Palermo, peculato per l'auto blu, chiesto il processo per Miccichè

“Peculato per l’uso dell’auto blu”, chiesto rinvio a giudizio di Miccichè

In aula dal 6 novembre

PALERMO – C’è la richiesta di rinvio a giudizio per Gianfranco Micciché e per il per il suo ex autista Maurizio Messina. A firmarla il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Claudia Ferrari, Eugenio Faletra e Maria Pia Ticino.

Le accuse

Sono accusati di peculato, falso e truffa. L’ex presidente dell’Ars avrebbe usato l’auto blu per fini non istituzionali, né di rappresentanza: dal trasporto di medicinali e piante ai passaggi dati a conoscenti e amici. Sono 33 i viaggi contestati.

Sarà il giudice per le udienze preliminari, a partire dal 6 novembre, a decidere se l’ex coordinatore di Forza Italia in Sicilia dovrà andare a processo o meno.

In alcuni casi Miccichè avrebbe firmato i fogli di missione presentati dall’autista in modo da ottenere i rimborsi per trasferte mai fatte.

La difesa di Miccichè

Su questo punto il deputato regionale di Forza Italia aveva spiegato di averlo fatto in buona fede. E sull’utilizzo dell’auto blu? “Solo qualche forzatura, ma il regolamento me lo consentiva,” aveva spiegato.

A Micciché il giudice per le indagini preliminari aveva imposto il divieto di dimora a Cefalù poi revocato. È nella sua residenza di Sant’Ambrogio, località ad una manciata di chilometri dalla cittadina turistica, che Micciché si recava spesso con la macchina dell’Assemblea regionale.

I poliziotti della squadra mobile avevano fotografato la macchina di servizio di Micciché ferma, un’Audi Q3, davanti al ristorante Villa Zito dove un tempo lo chef era Mario Di Ferro. L’indagine ha portato all’arresto e al patteggiamento di Di Ferro per la cessione della droga. Inevitabile che i riflettori si accendessero anche sull’auto blu.

In base alla ricostruzione della guardia di finanza, tra l’11 gennaio e il 10 novembre dell’anno scorso, i due avrebbero truffato l’Ars dichiarando una serie di missioni fantasma per 10.736,75 euro. L’autista si sarebbe fatto pagare 10.822,02 euro di servizio – per 209 ore e 20 minuti – mentre in realtà avrebbe trascorso del tempo anche in una sala slot.


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