Palermo, droga: chef Di Ferro, cade obbligo di dimora

Palermo, droga: chef Di Ferro, niente più obbligo di dimora

Resta quello di presentazione alla polizia giudiziaria

PALERMO – Cade l’obbligo di dimora a Palermo, ma resta quello di presentazione alla polizia giudiziaria. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame che ha valutato il ricorso di Mario Di Ferro, gestore di Villa Zito.

I poliziotti della squadra mobile lo hanno sorpreso mentre cedeva tre grammi di cocaina in via Petrarca all’ex capo della segreteria tecnica del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, ma era già in carica nella precedente legislatura.

Interrogato dai poliziotti il cliente ha raccontato di avere concordato con Di Ferro, al telefono, la consegna della cocaina per uso personale. Ha aggiunto che era già accaduto un’altra volta. “Uso personale, non ho alcuna intenzione di aggiungere altro, parlate con i miei avvocati “, disse a Livesicilia il burocrate che si è dimesso prima che Galvagno annunciasse il suo licenziamento con una nota stampa. Cosa ci facevano gli agenti della mobile sul posto? Tutto fa pensare ad un’indagine più ampia.

All’inizio parlavano di un pranzo al ristorante di via Libertà in compagnia di altre tre persone. Lo stesso numero, tre, è poi diventato il numero delle dosi di cocaina da comprare. Di Ferro. ora assistito dall’avvocato Claudio Gallina Montana, ha spiegato che l’uomo “è un mio conoscente, mi ha chiamato chiedendomi di fargli trovare tre grammi di cocaina (il peso effettivo è di 3,11 grammi). Io gliel’ho procurate, ci siamo dati appuntamento sotto casa mia, ho ricevuto 300 euro in cambio della sostanza stupefacente”. Di Ferro, però, ha voluto precisare che “non faccio questo lavoro, ma ho fatto solo da tramite. Sono profondamente dispiaciuto per quanto accaduto”.


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