Sarà per Michelle Obama, sarà per Carlin Petrini che l’ha consigliata, sarà perché si diffonde un po’ ovunque la coscienza ecologica, sarà per la crisi, sarà per mimesi sociale, sarà quel che sarà, ma sembra che tutti, oggi, abbiano l’orto a casa. In giardino, in terrazzo, nella verandina, sul davanzale, perfino nelle aiuole condominiali. Avrete notato i vivai primaverili. Sino a ieri l’altro esponevano ranuncoli selvatici e rose baccarat, pomelie multicolori e lillà romanticissimi, gerani low cost e viti americane che pigliano sempre e non te ne puoi più liberare. Oggi tutti i vivai, anche quelli improvvisati lungo i marciapiedi, propongono piantine di fagioli e lattughe, basilico profumato e peperoncini variopinti, mille tipi di pomodoro e di zucchine, gli immancabili peperoni, le melanzane ovviamente, zucche rosse, aromi di tutto il mondo. La smania non ha preso soltanto omofili tremebondi o donnette svenevoli, presidi di provincia o ambientalisti della prim’ora. Sembra abbia colpito anche gli insospettabili amanti della metropoli più hard, quelli che sino a pochi anni fa giravano la notte in rayban scuri, facendosi di chissà quale colla sintetica per sballi lumpen accaventiquattro.
E dato che le mode, di qualsiasi natura o provenienza esse siano, generano immancabili e innumerevoli discorsi su se stesse, le conversazioni estive del cittadino medio, quest’anno, hanno riguardato pressoché esclusivamente gli orti casalinghi. Ma tu che specie di pomodoro hai piantato? e che tipo di concime usi: mica chimico, no vero? Ma queste sono melanzane o melanzanine? A me i peperoni vengono su rachitici. Sapessi che zucchine! Ho raccolto dei tenerumi! Ho trovato su internet un sito dove ordinare semi rarissimi e piantine fantastiche. Ma tu non hai un irrigatore automatico? Sì, certo, veniva da rispondere, ma qualcuno vuole parlare dello spread?
Infine, i piaceri della tavola. Andavi a cena da amici? Ed ecco che ti propinavano improbabili parmigiane di melanzane amarissime, la ratatouille d’ordinanza (detta da noi chissà perché, ma con ogni ragione, canazzo), sughi di pomodoro acido che manco il bicarbonato, insalate con dentro chissaché. E occorreva stare compunti, ascoltare le solite storie di seminazioni attente e annaffiamenti regolari. E soprattutto ingoiare ogni cosa col sorriso sulle labbra. Aspettando l’inverno prossimo venturo, foriero di nuovi trend e nuove delizie.