Catania, la guerra e la vicenda (amara) dei 12 minori ucraini

Catania, la guerra e la vicenda (amara) dei 12 minori ucraini

La richiesta è quella di restare nella struttura che li ospita da più di 1 anno. Ma non tutto sembra filare liscio.

CATANIA. Maggio 2022, in piena emergenza bellica, 24 minori ucraini provenienti da due orfanotrofi di Donetsk vengono accolti presso le strutture messe a disposizione da due istituti ecclesiastici e in cui, ancora oggi, risiedono 12 di loro.
Quello che accade, ieri mattina, è che venga richiesto dai servizi sociali che i minori ucraini ospitati, come detto, da un anno all’interno della la struttura d’accoglienza di via Montevergine siano trasferiti in un altro istituto: dove, però, non è certo che resteranno assieme. Il rischio è quello che affrontino l’ennesimo trauma della loro giovanissima vita. Sono anche questi gli effetti collaterali della guerra.

La richiesta, da parte degli operatori della struttura e dei membri dell’associazione Spazio47, è di lasciare ai giovani l’eventuale scelta di procedere o meno al trasferimento. In ogni caso, ieri ha vinto il buon senso ed i minori sono rimasti al loro posto: sono state assecondate le loro volontà.
Ed è stato un bel segnale.

La struttura di accoglienza per i minori ucraini

In via Montevergine 5, in pieno centro a Catania, dodici ragazzi tra gli 8 e i 16 anni vengono accolti ed ospitati presso la struttura, ex comunità alloggio, in regola per i requisiti d’accoglienza. Le spese per il sostentamento dei giovani, tuttavia, diventano insostenibili.

A luglio 2022, Marco Barbarossa -presidente dell’associazione Spazio47– avvia l’iter di iscrizione all’albo regionale, così da formalizzare la convenzione con il Comune di Catania e poter ricevere i fondi ministeriali previsti ai minori e alla loro sussistenza. 

Solo ad aprile di quest’anno si riceverà il primo decreto regionale che autorizza la struttura al funzionamento, a cui seguiranno le tre conseguenti comunicazioni per procedere immediatamente alla convenzione da parte del comune di Catania.

A queste tre comunicazioni non segue alcuna risposta, né negativa né positiva ma la diffida da parte dell’associazione nei confronti dei servizi sociali e della sua dirigente. A questo punto la risposta non tarda ad arrivare, sorprendendo i membri dell’associazione e gli stessi ragazzi coinvolti in prima persona nella vicenda, che dovrebbe in primis tutelare le loro volontà.

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La decisione di trasferire i minori ucraini

Preso atto della permanenza da più di un anno dei giovani presso la struttura, la decisione dei vertici dei servizi sociali è quella di trasferire in assoluta emergenza i minori ucraini in un’altra struttura: una struttura di 1 livello per minori italiani.
Il presidente dell’associazione Spazio47, recandosi in struttura si oppone categoricamente. Assieme a lui c’è il tutore legale dei minori ucraini, il legale Alessandro Schinco. 
“Qualora la decisione fosse irreversibile – spiegano i membri della struttura – si auspica che venga dato maggior tempo ai ragazzi per metabolizzare la notizia e soprattutto prepararsi adeguatamente all’ulteriore trauma di separazione che li vedrebbe coinvolti”.

Sono anche questi gli effetti collaterali della guerra. Subita dagli innocenti e che pesa in modo devastante sul presente dei più piccoli e degli indifesi.


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