La sparatoria, il giallo e la testimonianza: "Ero lì per un lavoro"

Sparatoria, la vittima-testimone: “Ero lì per un lavoro”

Mentre restano gravi le condizioni del 27enne albanese, si cerca il terzo possibile protagonista di una vicenda aberrante.

CATANIA – Si vanno mettendo assieme i pezzi attraverso gli elementi raccolti sul posto e le (pochissime) testimonianze. Tradotto: si prova a trovare la chiave di lettura di un venerdì cruento. Ed a tentare di trovarla sono gli uomini della Squadra mobile che oggi hanno provato a mettere assieme i pezzi del puzzle.
La sparatoria di via Santo Cantone deve ancora conoscere movente, epilogo e – qui certamente – il terzo uomo presente sul luogo di quello che ha assunto i contorni di un vero e proprio agguato.

La testimonianza

Pochi appigli, come detto, dal punto di vista delle testimonianze. Ma una, dovrebbe essere quella che si rivelerà decisiva. Ed è quella del 42enne centrato da un colpo di pistola e lanciatosi dal secondo piano dell’appartamento per sfuggire dalla furia omicida di chi ha premuto il grilletto.
“Ero lì perchè ero stato chiamato a fare un lavoro” avrebbe detto agli inquirenti dal suo letto d’ospedale del Policlinico di Catania.

Il secondo ferito

Restano, intanto, gravissime le condizioni del 27enne albanese coinvolto nella sparatoria: l’uomo si trova ricoverato in Rianimazione al Garibaldi Centro ma i medici non sono ancora potuti intervenire chirurgicamente.

Le indagini

L’inchiesta prosegue. Uno dei moventi più accreditati rimane quello legato all’occupazione dell’immobile popolare: ma la quadratura del cerchio ancora non c’è.


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