PALERMO – Il percorso sembrava tracciato: decaduta la commissione Bilancio del consiglio comunale di Palermo, la conferenza dei capigruppo avrebbe dovuto insediare la nuova escludendo Ugo Forello. Peccato che un parere del ministero dell’Interno, di oltre dieci anni fa, abbia fermato le lancette dell’orologio lasciando nel limbo la più importante commissione di Sala delle Lapidi e in bilico debiti fuori bilancio e delibere.
È un vero e proprio colpo di scena quello accaduto a Palazzo delle Aquile, dove adesso si brancola nel buio: il presidente del consiglio comunale scriverà al segretario generale Raimondo Liotta per capire come procedere. Ma facciamo un passo indietro.
Lunedì scorso i componenti di maggioranza della commissione, ossia il presidente Giuseppe Milazzo e i consiglieri Domenico Bonanno, Gianluca Inzerillo e Salvo Di Maggio hanno rassegnato a sorpresa le proprie dimissioni con una nota formale agli uffici e ai vertici del consiglio. Una mossa per fare decadere la commissione e con essa il vicepresidente Ugo Forello, autore della battaglia contro l’emendamento che ha istituito il fondo per le spese di rappresentanza di piazza Pretoria.
Il punto è che non ci sono norme specifiche al riguardo e così il segretario generale ha, per analogia, applicato quella relativa al consiglio comunale in caso di dimissioni contestuali di oltre la metà dei consiglieri, dichiarando decaduta la commissione.
I partiti avevano già deciso chi indicare e chi far subentrare, contando sull’attuale composizione dei gruppi, cosa che avrebbe escluso Forello ma anche Carmelo Miceli, passato dal Pd al Misto. Ma un parere del Viminale, risalente al 2010 e riferito a un altro comune, tirato fuori dall’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, ha sparigliato le carte: secondo questa interpretazione, infatti, non scatterebbe la decadenza ma la surroga dei dimissionari, il che lascerebbe al loro posto i componenti di opposizione. Apriti cielo: la capigruppo ha iniziato ad arrovellarsi e al segretario non è rimasto che chiedere tempo per dirimere la questione, anche se Liotta si è già espresso formalmente.
Il risultato è che al momento la principale commissione del consiglio è in un limbo: nessuno sa se può riunirsi la vecchia, se il plenum sussiste, se si può procedere a nominarne una nuova. La presidenza del consiglio non intende immischiarsi in interpretazioni normative e potrebbe rivolgersi anche all’Avvocatura. Il sindaco Roberto Lagalla non sarebbe contento della situazione, anche perché la commissione dovrebbe esprimersi in modo urgente sui debito fuori bilancio, su alcune delibere già incardinate e alle porte c’è pure il consuntivo. Insomma, un pasticcio in piena regola che rischia di impantanare Sala delle Lapidi e lasciare (almeno per il momento) al suo posto Forello.