PALERMO – Revocata la sospensione per quattro mesi del comandante della polizia municipale di Isola delle Femmine, Antonino Croce.
Secondo il giudice per le indagini preliminari Clelia Maltese, che ha accolto distanza dagli avvocati Nino e Marco Zanghì, “si sono fortemente attenuate le esigenze cautelari”.
L’indagine
Croce è indagato per peculato. La prima ipotesi di reato è legata all’utilizzo della macchina di servizio per raggiungere la propria abitazione: “Alla luce delle risposte e della documentazione depositata dall’indagato – scrive il gip – i fatti a lui contestati non appaiono sintomatici di un comportamento costante dell’indagato diretto a violare costantemente e ripetutamente le norme che regolano lo svolgimento del suo pubblico ufficio”. Croce “ha di fatto ammesso di aver utilizzato in rare occasioni l’auto di servizio della polizia municipale per recarsi presso la propria abitazione, affermando ma non provando che anche mentre si trovava presso la sua abitazione di fatto continuava a svolgere la propria attività lavorativa, ma soprattutto rappresentando che la propria abitazione dista poche centinaia di metri dagli uffici del corpo della polizia municipale, fatto questo che faceva sì che gli agenti potessero facilmente andarlo a prenderla laddove necessario”.
Il peculato
L’altra contestazione riguarda il presunto peculato di circa 17 mila euro che il capo dei vigili avrebbe incassato, senza averne diritto, per due incarichi di Responsabile unico del procedimento. Nel primo caso, che riguardava l’assegnazione dei servizi di gestione dei parcheggi a pagamento, si sarebbe autoliquidato più soldi di quanti gliene spettassero. Nel secondo, relativo alla gestione e alla lavorazione delle contravvenzioni, la liquidazione del suo compenso sarebbe avvenuta senza avere nominato il direttore della procedura. Condizione necessaria per l’erogazione dell’incentivo.
La difesa
Croce ha respinto l’accusa, sostenendo la correttezza della percentuale da egli incassata non sulla base d’asta, ma sull’importo del valore della gara. Secondo il giudice, “pur non apparendo consone le giustificazioni offerte da Croce, detta condotta da sola e per le modalità in cui si è svolta e alla luce della documentata attività in complesso svolta dall’indagato alle dipendenze e nell’interesse del Comune di Isola delle femmine, la stessa non appare più sintomatica di una propensione di Croce Antonino alla violazione delle norme e delle regole che sovraintendono l’esercizio di un pubblico ufficio”.
Da qui la revoca della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, mentre è stata rigetta l’istanza di revoca del sequestro preventivo dei soldi.