Da quanto tempo il tifoso rosanero non è veramente felice? Ci riflettiamo dopo. Intanto, veniamo al paradosso di oggi. La sconfitta col Sassuolo ha provocato un giustificato, supplementare e sacrosanto scoramento nella stragrande maggioranza del tifo rosanero.
Eppure, sotto sotto, in certe bacheche social, in certi commenti, si avverte un inquietante e carsico sentimento di soddisfazione che cova sotto la cenere del risentimento. Come, se in fondo, fosse andata bene al cospetto di una ‘corazzata’.
Non è proprio un pensiero esplicito, se non in qualche guizzo, ma c’è. Alzi la mano chi non ha pensato che, in fondo, in fondo…. Perché poteva andare sicuramente peggio, anche se non è andata bene.
Non è finita sedici a zero per loro. Non abbiamo perso per ko tecnico. Non è stato necessario ‘mischiare le squadre’, come succede nel calcetto amatoriale, quando si capisce che il confronto è impari e tre scapoli passano con gli ammogliati…
Il sarcasmo è la linea diretta che conduce al già citato paradosso. Possiamo accontentarci di una sconfitta onorevole e di una prestazione dignitosa, harakiri a parte? Nella risposta risiede la verità. Se diciamo di sì, per primi, ci condanniamo all’irrilevanza. Eppure, ben altre erano le premesse.
Riecco la domanda dell’incipit: da quanto tempo il tifoso rosanero non è veramente felice? A memoria di cronista, niente ha eguagliato la gioia per la prima promozione in serie A, raccontata dalla foto di repertorio. Ma ci sono stati altri momenti di intensa felicità.
Il tifoso rosanero non chiede molto. Il tifoso rosanero desidera avere sotto gli occhi una squadra che non metta in crisi la sua passione, che non lo mortifichi, che lo renda orgoglioso, nella buona e nella cattiva sorte. Da qualche tempo non è più così.