PALERMO – Parere positivo e opposizioni spaccate. Potrebbero riassumersi così i lavori del consiglio comunale di Palermo, dove è iniziato oggi ufficialmente l’iter del bilancio consuntivo 2022: una manovra che fotografa un anno già concluso ma che è decisiva per le sorti della città. Approvare il rendiconto, infatti, consentirà di sbloccare investimenti, assunzioni e perfino una trentina di milioni di euro di spesa: non è un mistero che il sindaco Roberto Lagalla ci punti molto e per questo ha chiesto alla sua maggioranza di accorciare i tempi.
La manovra del centrodestra
Richiesta esaudita: con una manovra inedita il centrodestra ha riunito le sette commissioni del consiglio in un colpo solo alla presenza del vicesindaco Carolina Varchi, degli uffici e dei revisori dei conti che avevano dato parere positivo. Mossa che ha preso in contropiede le opposizioni che hanno provato a fare quadrato ma senza successo.
Opposizioni spaccate in due
Le minoranze, che già si erano divise in occasione del piano triennale delle opere pubbliche, hanno marciato in ordine sparso: il Pd, il M5s e Azione hanno preso parte a quello che è stato a tutti gli effetti una sorta di “pre consiglio” mentre Progetto Palermo, Oso e Carmelo Miceli del Misto hanno disertato. Le opposizioni hanno provato per ore a raggiungere un’intesa ma senza successo e quel clima di collaborazione creatosi all’indomani della composizione della commissione Bilancio sembra solo un lontano ricordo.
Miceli e Oso: “Manovra dittatoriale”
“Quello che sta accadendo è di una gravità inaudita – dicono Miceli e i componenti di Oso Ugo Forello e Giulia Argiroffi – Dinanzi alle innumerevoli problematiche connesse al consolidato, come il rischio fallimento della Rap, l’amministrazione ha deciso di castrare ogni possibilità di approfondimento in commissione Bilancio attraverso la convocazione in una sola seduta di tutte le commissioni per esprimere parere in un solo giorno. Una scelta folle, dittatoriale e unica nella storia della Repubblica che, a nostro avviso, mette a rischio la stessa legittimità dei pareri eventualmente espressi e, di conseguenza, dello stesso consolidato. Il tutto in un momento nel quale le minoranza hanno mostrato enorme senso di responsabilità, garantendo con la propria presenza il numero legale per l’approvazione di atti fondamentali come il piano triennale delle opere pubbliche o il regolamento per i contributi alle attività produttive”.
Frattura a sinistra
A colpire non è tanto la posizione di Azione, visto che Fabrizio Ferrandelli in occasione del piano triennale ha parlato apertamente di “responsabilità da condividere” e non ha mai smentito le voci di un possibile dialogo con Lagalla, ma la frattura interna al centrosinistra che alle ultime Comunali si era presentato insieme. Pd, M5s e Azione non hanno comunque partecipato al voto, pur essendo presenti. Adesso la parola va all’Aula: il presidente Giulio Tantillo dovrebbe convocare a partire da lunedì o martedì per tutta la settimana.