PALERMO – Tre corrieri di droga palermitani arrestati a Trapani nell’ultima settimana. Non può essere una casualità e non lo è. L’ultimo è stato bloccato mercoledì scorso dai carabinieri. Pietro Gandolfo, 54 anni, ha lanciato una borsa dal finestrino della macchina nei pressi dello svincolo autostradale di Fulgatore. Dentro c’era un chilo di cocaina.
Pochi giorni prima nella zona di Misiliscemi sempre i carabinieri hanno fermato in auto Ignazio Aliotta, 44 anni, Claudia Costantino, di 27. Anche loro in macchina nascondevano un chilo di cocaina. C’è un flusso continuo di droga. Le piazze trapanesi vengono rifornite dai palermitani.
L’asse fra le due città esiste da tempo. Ora i magistrati hanno un’arma in più. Si è pentito Antonino Tranchida, 37 anni è originario di Paceco in provincia di Trapani. La Procura di Palermo sta iniziando a depositare i suoi verbali in vari processi. Tranchida conosce nomi e cose. In uno dei primi verbali ha parlato dei suoi contatti con la famiglia Vitale di Partinico e con le ‘ndrine di Rosarno in Calabria.
Nei mesi scorsi c’è stato un blitz della polizia. Nel “Bronx” di Trapani gli affari della droga li avrebbero gestiti i componenti della famiglia Beninati. Il fornitore sarebbe stato Massimo Ferrara che, a sua vota, si riforniva dai palermitani Filippo Raccuglia e Vincenzo Mazzola. Ferrara è noto alle cronache. Sarebbe stato socio in affari di un altro palermitano, Gioacchino Guida. Anche Ignazio Carollo, coinvolto nell’inchiesta assieme a due poliziotti, aveva un canale trapanese. Palermo e Trapani, ancora una volta le due città sono legate.