Palermo, i poliziotti, il pusher: spunta la "nipote di Messina Denaro"

I poliziotti e il pusher intercettati: spunta la “nipote di Messina Denaro”

Una vecchia foto dei Messina Denaro
Il giallo della "questione di Castelvetrano"

PALERMO – Madre e figlio parlavano della “questione di Castelvetrano”. Fabrizio Spedale, uno dei due poliziotti arrestati per corruzione, fu contattato dalla madre di Ignazio Carollo, anche lui in carcere. Si incontrarono in un bar. Al figlio era arrivata la notifica di un atto giudiziario. Una situazione un po’ più grave dei soliti guai legati allo spaccio di droga. Carollo le spiegava che “lui (intendeva il poliziotto, ndr) si era informato, era una indagine fuori città”.

Alla madre confidava quale fosse “la questione di Castelvetrano” che tanto lo preoccupava: “… almeno una volta al mese” portava qualcosa (droga?) alla nipote di un pezzo grosso che la polizia non era riuscita a individuare. “… ma è parente… la nipote”, diceva. Di chi? Di “Messina Denaro”, rispondeva abbassandio il tono della voce. Sentito il cognome la madre iniziò a preoccuparsi: “Chi te la presentò?”. Risposta: “Il turco, tramite Facebook”.

“Quanto gliene porti?; “Trenta, ci andavo una volta alla settimana”; “Ti sei preparato… cosa devi dire se ti fanno questa domanda, come fai a conoscere questa?,” Come faccio a conoscerla boh… gli dico come si dice non conosco a nessuno”. Un piccolo giallo su cui ora indagano la Direzione distrettuale antimafia e i poliziotti della squadra mobile.


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