PALERMO – Un operaio di 50, Giovanni Gnoffo, anni è caduto giù da un impalcatura in un cantiere in via Ugo La Malfa a Palermo ed è morto. Sono intervenuti i vigili del fuoco e i sanitari del 118 e gli agenti di polizia.
Secondo una prima ricostruzione un braccio meccanico ha colpito l’operaio che sarebbe caduto giù dall’impalcatura.
La dinamica dell’incidente è ancora al centro delle verifiche da parte degli agenti di polizia e dei tecnici dell’Asp. E’ intervenuto sul luogo dell’incidente anche il medico legale.
Cisl: “Indignati e scoraggiati”
“Ennesima morte sul lavoro a Palermo. Le parole non servono più servono i fatti. Controlli a tappeto, prevenzione e tanta formazione a partire dalle scuole . Siamo scoraggiati e indignati. Basta con le parole oggi l’ennesimo lavoratore non ha fatto ritorno a casa. Siamo vicini alla famiglia e ai colleghi “. A scriverlo sulla pagina Facebook della Cisl Palermo Trapani è il segretario generale Leonardo La Piana appreso dell’ennesima morte sul lavoro accaduta in via La Malfa a Palermo.
Cgil: uno stillicidio inaccettabile
“Adesso basta. È uno stillicidio inaccettabile. Non si può stare a contare i morti sul lavoro e restare fermi. Siamo indignati e intendiamo alzare la voce per dire basta assieme agli operai edili dei principali cantieri palermitani”. A dichiararlo è il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo dopo l’ennesima vittima sul lavoro in via Ugo La Malfa ieri sera a Palermo, un operaio di 50 anni precipitato da un’impalcatura. La Fillea Cgil Palermo nei prossimi giorni organizzerà un’iniziativa di protesta per chiedere la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Uil: servono più controlli
“Giovanni Gnoffo non tornerà più a casa. E’ morto mentre compiva il proprio lavoro lasciando la moglie e i tre figli. E’ l’ennesima e inaccettabile tragedia sul lavoro, che si è consumata ieri a Palermo”. Lo afferma la segretaria della Uil Sicilia, Luisella Lionti, che aggiunge: “Alla famiglia manifestiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Alla politica, alle istituzioni chiediamo ancora una volta controlli a tappeto e più formazione. Non è possibile morire mentre si compie il proprio dovere, perché lavoro non deve significare morte. La sicurezza è un diritto fondamentale e irrinunciabile per tutti i lavoratori”.