Operaio morto a Palermo, la Cgil: "Subito un tavolo in Prefettura"

Operaio morto a Palermo, la Cgil: “Subito un tavolo in Prefettura”

Le parole di Piero Ceraulo e Antonio Di Franco
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PALERMO – I segretari generali della Fillea Cgil Palermo e della Fillea Cgil nazionale, Piero Ceraulo e Antonio Di Franco, intervengono sulla morte di Giuseppe Salvatore La Rosa, l’operaio di 60 anni di Belmonte Mezzagno, precipitato da un’impalcatura al terzo piano di un cantiere all’interno del Policlinico di Palermo due giorni fa e deceduto questo pomeriggio in ospedale.

Operaio morto, l’intervento della Cgil

“Dopo l’ennesimo operaicidio – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – non possiamo che ripetere dissenso e malcontento per una dinamica che non si arresta, che vede l’esposizione di tanti lavoratori che perdono la vita, un dramma che continuiamo a denunciare giorno dopo giorno. Ma questo non basta. Le istituzioni devono intervenire immediatamente. Il tavolo che con Filca e Feneal abbiamo rivendicato in Prefettura è importante non perché risolutivo ma diventa strategico per mettere tutti gli attori insieme al tavolo e definire un piano preciso di intervento, con degli obiettivi che guardino alla tutela dei lavoratori. Siamo vicini alla famiglia di Giuseppe Salvatore La Rosa, iscritto alla Fillea Cgil Palermo. E proveremo, quando sarà il momento opportuno, a metterci in contatto con loro e a mettere l’associazione delle vittime sul lavoro edile a loro disposizione”.

“Negli ultimi anni – sostiene il segretario generale Fillea Cgil Antonio Di Franco – abbiamo assistito alle più grandi stragi sul lavoro, in particolare nel mondo delle costruzioni. Il governo ha avuto solo la capacità di partorire patenti a credito, che non hanno salvato nessuna vita, e un decreto legge sulla sicurezza che non interviene sulla prevenzione. C’è una manifesta e grave responsabilità politica di non intervenire. Noi pensiamo che in questo momento ci sia la necessità di riflettere sul fatto che la patente a credito non ha invertito la tendenza e continuano a esserci miglia di morti. Se facciamo un bilancio, la patente a credito è servita più a dare nuove opportunità di lavoro ai consulenti del lavoro che a fare prevenzione sul lavoro e qualificazione d’impresa”.

“Responsabilità di questo governo”

“Riteniamo che ci sia anche una responsabilità profonda di questo governo – prosegue Di Franco – nella misura in cui non mette in campo i correttivi che da anni chiediamo, a partire dall’istituzione di una Procura nazionale che si occupi dei reati in materia di sicurezza sul lavoro e della necessità di coordinare i vari ispettorati nel nostro Paese. Ancora più grave in questo momento è il tentativo di depotenziare l’ispettorato nazionale del lavoro, riportandolo sotto l’egida del ministero del Lavoro, assoggettandolo al potere politico. Un fatto profondamente sbagliato: la vigilanza ha bisogno di indipendenza dalla politica e che venga resa dignità agli ispettori del lavoro, pagandoli come si dovrebbe. Pochi partecipano ai concorsi perché i salari sono molto bassi e gli esperti di sicurezza, ingegneri, geometri, trovano collocazioni migliori. In questa legge di bilancio si peggiorano ulteriormente gli effetti allungando l’aspettativa di vita e l’età pensionabile. L’operaio di Palermo è uno di questi casi: a 60 anni riteniamo che non si debba più salire sulle impalcature”.


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