Che cos’era il siciliano dell’anno nelle intenzioni di Livesicilia? Una cosa leggera e sostanziosa, tra il gioco e l’immaginario. Cercavamo il volto più adatto, la fisionomia per raccontare questa terra, al confine temporale – come accade nel passaggio di un anno – tra la speranza e la disperazione. Volevamo uno specchio per specchiarci tutti. Nei risvolti dolci e inquietanti. Nei balconi sotto le stelle delle nostre coscienze, negli scantinati delle nostre colpe, nell’ammezzato del nostro esserci tra coscienza e colpa.
Puntavamo su un dato trasversale di opinione, su un grido dell’anima. Abbiamo ricevuto una risposta politica in senso stretto. Le macchine del consenso si sono mosse, riversando valanghe di voti, alcuni sospettati fortemente di provenire dalle stesse persone, su un pugno di candidati. Non significa che ci sia dolo da parte dei prescelti, ma sicuramente c’è una travisamento di molti che hanno partecipato al nostro sondaggio.
Non si eleggeva nessuno. Non si nominavano presidenti o proconsoli. Cercavamo una maschera per il nostro tempo. L’abbiamo trovata: siamo noi. Che ci lamentiamo dei politici e, in fondo, ragioniamo come loro. Noi, i siciliani di sempre.