ENNA – Quando a incontrarsi sono due piazze, quella reale nel corso di una manifestazione pubblica, e quella virtuale dei social network, un insulto diventa una diffamazione aggravata. Che rischia di costare caro, fino a 6 anni di carcere, ai responsabili.
Ne sapranno qualcosa i due personaggi che il mese scorso, nel corso di una protesta in piazza, si sono messi a insultare la polizia. Il tutto ovviamente, come accade ormai d’obbligo di questi tempi, in diretta Facebook. E quelle parolacce ora rischiano di costare loro molto care.
Gli insulti in diretta
I due sono stati denunciati dalla polizia. La denuncia è partita dalla sezione operativa per la Sicurezza cibernetica di Enna. Nel corso della diretta, recita una nota della polizia, “sarebbero state divulgate frasi oltraggiose e lesive della reputazione degli operatori di polizia impegnati nei servizi di ordine e sicurezza pubblica ripresi nelle immagini”.
La Polizia ricorda che attraverso i centri e le sezioni operative per la sicurezza cibernetica tiene sempre d’occhio i social network e i siti web. Questo al fine di prevenire e perseguire il loro utilizzo a fini illeciti, comprese ovviamente le diffamazioni, specie se gravi come in questo caso, perché vittime sono degli uomini in divisa che non hanno alcuna colpa, salvo quella di fare il proprio dovere. E di farlo bene.