PALERMO – Quasi un ritorno al passato. Stona solo il nuovo inno “Azzurra libertà”, per il resto torna in pieno il modello Forza Italia, cui il Pdl fa esplicitamente riferimento per tornare a fare breccia nell’elettorato. Se lo lasciano scappare sia Dore Misuraca che Simona Vicari, il modello comunque è evidente. A fianco del palco dell’Astoria Palace campeggiano due grandi slogan: “abolire l’Imu dalla tua casa” e “abolire il finanziamento pubblico ai partiti”. Sono i due cavalli di battaglia, cui si è aggiunta quasi in contemporanea l’ultima provocazione di Berlusconi, ovvero la restituzione dell’Imu pagata lo scorso anno a tutti i cittadini italiani. E’ tempo di campagna elettorale, e a contribuire arriva a Palermo il presidente del Senato Renato Schifani. Si conquista però gli obiettivi dei cameraman l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, che dal palco dell’Astoria Palace torna ad attaccare con veemenza Gianfranco Micciché, sottolineando il proprio ruolo di anima critica del partito.
“E’ stato un errore riprendere a casa quelli che ci hanno abbandonato – tuona Cascio -. Proprio Micciché ci ha tradito: lui è stato la causa e Lombardo l’effetto. Se dovessi scegliere chi accogliere in casa fra i due, prenderei l’ex presidente della Regione. Per me accogliere Micciché significa ingoiare un secchio di fiele”. Parole al veleno, cui poco dopo Cascio aggiunge un attacco all’attuale presidente della Regione Rosario Crocetta: “Fra qualche anno si parlerà di lui come del peggiore presidente della Regione. Il no al ponte sullo Stretto? Ha messo alle Infrastrutture un assessore vicino a Genovese, che gestisce i traghetti”. La voce critica di Cascio si poggia poi sull’organizzazione del Pdl: “Il giorno dopo le elezioni dobbiamo mettere mano alla nostra strutturazione”.
Riprende le trame con pazienza invece Renato Schifani. “Quando il centrodestra si divide perde, questa volta ci presentiamo uniti. La storia della Sicilia è quella di una regione di centrodestra, per questo crediamo in un’affermazione, come anche i sondaggi ci dicono”. La seconda carica dello Stato parla anche di Sicilia, senza risparmiare una stoccata all’alleato Raffaele Lombardo, “protagonista dell’arte del dividere e dello spaccare”. Il vero bersaglio è però Rosario Crocetta: “In questi giorni va in scena una campagna acquisti, con persone che credono di ottenere qualcosa da chi detiene il potere in Regione”. E ancora: “Sino ad oggi abbiamo sentito solo proclami, oltre che il solito trasformismo siciliano”. Schifani abbozza anche una dichiarazione d’intenti, che va oltre al programma della sua coalizione. “Noi dobbiamo essere un esempio di trasparenza. In questi anni ho trasformato il Senato in una casa di vetro. I politici non devono essere soggetti alle regole della privacy. Una maggiore sobrietà da parte di tutti è la migliore risposta all’antipolitica”.
La chiusura è quasi da allenatore di una squadra di calcio: “Dobbiamo fare spogliatoio, essere una squadra. Se lo facciamo sono certo che vinceremo le elezioni”. Le ultime tre settimane prima del voto sveleranno il traguardo finale della remuntada berlusconiana.