PALERMO – “La bonifica di materiali contenenti amianto ha fatto registrare negli ultimi anni un continuo incremento. Nel 2010 sono state rimosse 1060 tonnellate di amianto compatto e 3210 kg di amianto friabile. Nel 2011 si è passati a 1170 tonnellate di amianto compatto e 6080 Kg di amianto friabile”. Dall’Unità Operativa Complessa dell’Asp di Palermo giungono dati allarmanti sulle quantità di amianto che i palermitani smaltiscono illegalmente abbandonandolo dove capita.
E nell’anno che si è appena chiuso le cose non sono andate meglio: “per il 2012 non si hanno ancora dati definitivi – continua l’Asp –. Si ha motivo di supporre, tuttavia, che anche in questo anno ci sia stato un incremento, essendo stati presentati all’Unità Operativa competente ben 699 ‘Piani di Lavoro’ riguardanti attività di bonifica”.
Non meno inquietanti i numeri in possesso di Palazzo delle Aquile: il dirigente del Servizio Ambiente di Palazzo delle Aquile, Francesco Fiorino, rileva che “da settembre 2010 a oggi i siti di amianto segnalati al Comune con richiesta di bonifica sono stati 750, gli interventi di rimozione effettuati 574, quelli programmati in attesa di espletamento 176”.
Ma le difficoltà non si limitano all’inciviltà diffusa ma anche alla necessità che gli interventi di bonifica siano effettuati da ditte specializzate regolarmente iscritte all’Albo Gestori Ambientali della Camera di Commercio. Le ditte devono occuparsi del completo ciclo di lavoro: dalla rimozione e trasporto fino al conferimento nelle discariche autorizzate. Solo quando i quantitativi di materiali in amianto sono di modesta entità ed il loro stato di conservazione è tale da non costituire pericolo per la salute degli operatori la dismissione può essere eseguita anche da ditte non specializzate (comma 2, art. 249, dl 81/08 e circolare regionale 1285 del 21-12-2011).
Sta di fatto che nel capoluogo non c’è al momento una ditta che svolga il servizio per conto dell’Amministrazione: “Abbiamo avuto nei mesi scorsi una complicazione – spiega Fiorino – perché sono venute a cessare le attività della ditta appaltatrice, la Ecos. Fino alla scorsa estate aveva svolto il servizio con puntualità, poi, improvvisamente, è diventata inadempiente. Non sappiamo bene che problemi abbia avuto ma non ci risulta che sia fallita. Tra settembre e ottobre abbiamo iniziato a sollecitare gli interventi, poi siamo passati alle diffide, sempre più pressanti, dopodiché l’abbiamo messa in mora secondo quanto prevedeva il contratto. I responsabili della ditta hanno continuato a non rispondere alle nostre richieste, sottraendosi al cellulare. Si sono come volatilizzati. A questo punto abbiamo risolto il contratto”.
“Purtroppo questa non è stata una procedura velocissima – continua il dirigente –. L’intoppo principale è legato al fatto che prima di ‘sparire’ la Ecos non ha domandato il pagamento per alcuni dei servizi effettuati, peraltro non richiesti, e l’Amministrazione si è ritrovata a dover calcolare e mettere da parte in via cautelare la cifra dovuta all’azienda, nel caso un domani questa si facesse nuovamente viva richiedendo il pagamento. Al quale comunque ci potremmo opporre dato il loro comportamento”.
Ma non finisce qui perché la matassa burocratica che avvolge la raccolta dell’amianto in città è ancora più intricata: “Ora dobbiamo fare un nuovo affidamento, senza gara diretta, ad un’altra azienda – dice Fiorino –, che pagheremo con le risorse residuali una volta risolto il contratto con la Ecos. Ma l’aggiudicazione avrà validità solo temporanea, dai quattro ai sei mesi, per far fronte all’emergenza. Nel frattempo si dovrebbe risolvere un altro contenzioso ancora in corso: un anno e mezzo fa il Comune aveva già aperto un bando di gara per l’affidamento del servizio ma le aziende scartate hanno fatto ricorso contro l’Amministrazione. Entro pochi mesi questo contenzioso dovrebbe concludersi e se l’esito ci sarà favorevole faremo un’altra gara per fare un affidamento più a lungo termine”.
Ma quanto amianto c’è ancora a Palermo? “Noi possiamo conoscere solo i luoghi in cui l’amianto viene abitualmente scaricato. Ma non abbiamo un censimento dell’amianto tuttora presente nelle abitazioni. Di un’operazione di questa portata dovrebbe occuparsi la Regione, per noi è impossibile riuscire a saperlo”. Non resta che aspettare che i cittadini continuino a riversarlo abusivamente in strada.