PALERMO – La presenza del boss al suo fianco gli avrebbe dato sicurezza. L’imprenditore Mario Mancuso considerava Michele Micalizzi il suo “passaporto per la luna”.
Da alcune ore è finito in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. In carcere Micalizzi c’è tornato un anno fa, dopo avere già scontato più di vent’anni in cella. Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, si sarebbero messi in affari con il marchio delle gelaterie Brioscià.
I finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno monitorato strani contatti e passaggi di denaro. Mancuso ha avuto dei rapporti diretti o indiretti con la famiglia Genova, altro cognome storico nella Cosa Nostra palermitana.
A volte a mediarli è stato Michele Micalizzi, che gli avrebbe offerto protezione ad esempio quando ci fu da trattare l’affare per rilevare l’attività commerciale “Al gelato 2” in piazza Alcide De Gasperi.
Un affare che alla fine non andò in porto perché la società Magi, che gestiva le gelateria Brioscià, fu dichiarata fallita. Micalizzi, che della srl sarebbe stato una sorta di gestore ombra, discusse della vicenda con Salvo Genova, capo mandamento di Resuttana. Nel territorio di Resuttana ricadeva uno dei punti vendita Brioscià in via Giuseppe Pipitone Federico.
Il fratello di Salvo Genova, Girolamo, per un periodo del 2019 avrebbe ricevuto quattromila euro con cadenza mensile da Mancuso. Sulla causale dei movimenti di denaro gli accertamenti sono ancora in corso. Con i Genova ci furono degli screzi quando Mancuso decise di aprire una gelateria mobile a Mondello.
Ne aveva parlato con il figlio di Michele Micalizzi, Giuseppe, che tra l’altro era ufficialmente un suo dipendente. “Mi hai chiesto l’autorizzazione per aprire a Mondello?”, gli avrebbe detto Girolamo Geova. Ma Mancuso gli rispose spavaldo: “Io ho il passaporto per andare sulla luna”.
Mancuso e Micalizzi pensavano in grande. Progettavano di aprire gelateria a Roma e in Spagna. Altri punti vendita in via Maqueda dei quali Micalizzi discuteva con l’imprenditore Elio Abbagnato. Ed anche con l’architetto Domenico Spina oggi in pensione ma nel 2019 dipendente comunale del “Settore delle partecipate, gestione contratti Rap”.
A quest’ultimo chiedeva “delucidazioni in merito alle autorizzazioni necessarie per l’apertura di una nuova gelateria a Mondello, tenendo conto del diniego della sovrintendenza”. Sono rapporti da chiarire, su cui ancora lavorano gli investigatori.
Poi la Magi nel 2021 è fallita. Mancuso è indagato anche per bancarotta fraudolenta. Non si è fermato. Ha dato vita a un nuovo marchio e ha aperto altri punti vendita.