Cefalù, morire nella villa in vacanza: come stanno i turisti avvelenati

Cefalù, morire in vacanza: le condizioni dei turisti avvelenati. Villa sequestrata

La villa sequestrata a Cefalù
Indagini della polizia

PALERMO – La villa sulla collina di Sant’Ambrogio è stata sequestrata su disposizione della Procura di Termini Imerese. È il luogo della tragedia. Una famiglia tedesca l’aveva affittata per le vacanze di Natale.

Il figlio, Jonathan Feierabend, vi ha trovato la morte a 36 anni. I tre feriti sono ricoverati all’ospedale di Partinico. Si tratta della sorella e della madre del turista deceduto, e del compagno di quest’ultima.

La più grave è la donna trentaquattrenne. Nella notte è stato attivato un trattamento urgente nella camera iperbarica. La struttura dell’Asp di Palermo, che fa capo all’unità operativa complessa di Anestesia e rianimazione, guidata da Sandro Tomasello, è l’unica nel territorio disponibile durante tutto l’anno.

Dopo l’intervento del team guidato dal dottore Giuseppe Aiello adesso la paziente è ricoverata in Rianimazione. Gravi ma meno critiche le condizioni della madre e dell’uomo, di 62 e 63 anni.

I primi soccorsi sono stati assicurati all’ospedale Giglio di Cefalù. I sanitari, in collaborazione con il Centro antiveleni di Pavia, hanno escluso l’intossicazione di tipo alimentare e trattato il caso come avvelenamento da monossido di carbonio.

L’emogasanalisi ha fatto emergere una elevata percentuale di carbossiemoglobina. I pazienti sono stati stabilizzati dai sanitari del pronto soccorso diretto da Emanuele Sesti e poi trasferiti a Partinico.

Tocca ai poliziotti del commissariato di Cefalù accertare cosa sia accaduto. L’allarme è stato lanciato dall’uomo prima di perdere i sensi. I vigili del fuoco hanno trovato il camino di Villa Deodata quasi spento, ma con ancora del fumo. Sarebbero state, dunque, le esalazioni provenienti dalla brace a causare l’intossicazione.

Un cattivo uso del camino o un problema funzionale? Il nodo chiave dell’indagine passa da questa risposta.


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