Mafia, operazione Primus: era irreperibile, si è costituito

Mafia, operazione Primus: era irreperibile, si è costituito alla Polizia

Salgono a 21 le persone arrestate. La nota di Addiopizzo

CATANIA – Era risultato irreperibile nel corso dell’operazione di polizia “Primus” avvenuto la notte scorsa. Giuseppe Torre si è presentato agli agenti della Questura, per lui è scattato l’arresto. Salgono così a 21 le persone finite in manette: sono ritenute vicine e affiliate al clan Scalisi di Adrano.

Mafia, operazione Primus

Le indagini avviate nel luglio 2021, coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Assunta Musella e Fabio Saponara, hanno visto in campo la squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di polizia di Adrano.

Secondo l’accusa, dopo la sua scarcerazione, avvenuta il 29 luglio del 2022, il componente storico e di rango apicale del clan Scalisi, Alfio Di Primo, 57 anni, detenuto che mafia e omicidi, “si sarebbe immediatamente posto ai vertici dell’associazione, divenendone il reggente”.

Di Primo è il cognato di Giuseppe Scarvaglieri, detenuto in regime di 41bis e ritenuto il capo indiscusso della cosca Scalisi, frangia del clan Laudani operativa ad Adrano.

La nota di Addiopizzo

Spiega in una nota, l’associazione Addiopizzo: “L’operazione Primisu che ha portato all’arresto di 20 presunti affiliati al clan Scalisi di Adrano, condotta dagli agenti del Commissariato di Polizia e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ai quali vanno le nostre congratulazioni, è l’ennesima dimostrazione della presenza e del lavoro costante delle Istituzioni.

Per questo motivo riteniamo non più tollerabile che, nel 2024, ci siano ancora commercianti e imprenditori che si piegano alle richieste degli uomini del disonore. Forse sarebbe il caso, oltre che un segnale importante, mettere gli operatori economici di fronte alle loro responsabilità: chi non denuncia va indagato per favoreggiamento alla mafia”.

In conferenza stampa, il Procuratore capo Francesco Curcio, ha evidenziato come forte sia stata l’omertà di chi non ha denunciato. Il Procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, ha raccontato i retroscena di un inchiesta che si è protratta per anni.


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