Totò Schillaci, dal calcio alla tv: la vita del bomber palermitano

Totò Schillaci, dal calcio alla tv: la vita del bomber palermitano

Il primo calciatore italiano a giocare nel campionato giapponese

PALERMO – Dal Cep all’Olimpo del calcio mondiale. La parabola di Totò Schillaci, diventato eroe nazionale al Mondiale di Italia ’90, fu tardiva quanto repentina. Arrivò alla serie A in età matura, dopo una lunga carriera iniziata sui campi polverosi e finita sui manti d’erba d’eccezione come quelli di Torino (sponda Juventus) e la Milano nerazzurra.

Ripercorriamo le tappe della vita dell’eroe delle notti magiche, scomparso a Palermo dove era già ricoverato per un peggioramento delle condizioni di salute. Salvatore Schillaci nasce a Palermo il primo dicembre del 1964. Originario del quartiere San Giovanni Apostolo, meglio noto come CEP (Centro Espansione Periferica), è qui che Totò inizia a dare i primi calci ad un pallone. Dall’AMAT Palermo, squadra in cui milita nel settore giovanile, il Messina lo acquista nel 1982: sarà il primo passo verso il salto nel calcio dei grandi.

(GUARDA – Tutti i gol del Mondiale)

Con i peloritani arriva fino alla Serie B in sette stagioni, per poi passare alla Juventus nel 1989. Proprio nella squadra piemontese fa il suo esordio in Serie A lo stesso anno e grazie ai gol messi a segno in maglia bianconera si guadagna il soprannome di “Totò-Gol”. In trenta presenze Schillaci aveva segnato 15 gol nel massimo campionato italiano, dimostrando quindi di avere la stoffa dei grandi centravanti.

Azeglio Vicini, commissario tecnico degli Azzurri all’epoca, decide di convocare Totò proprio per i Mondiali italiani del ‘90. E con i riflettori del mondo puntati addosso Schillaci gonfiò la rete per ben 6 volte, vincendo la classifica marcatori del campionato mondiale. Complice, sicuramente, il feeling sportivo trovato in campo con Roberto Baggio, compagno di mille avventure.

L’Inter e il trasferimento in Giappone

Dopo il Mondiale del 1990, con l’Italia arrivata terza, Schillaci sfiorò anche il Pallone d’oro, assegnato quell’anno al tedesco Lothar Matthäus: l’attaccante palermitano è secondo soltanto al centrocampista campione del mondo con la Germania. Le successive stagioni in bianconero non sono felicissime per lui, per questo motivo nel 1992 si trasferisce all’Inter.

In nerazzurro, però, Schillaci non riesce a incidere come quando approdò alla Juventus. Nella prima stagione mette a segno 6 gol in 21 match disputati in Serie A, mentre nel campionato successivo riesce a siglare 5 marcature in 9 partite. I problemi fisici e i diversi infortuni non gli permettono di rendere al massimo.

Nel 1994, dunque, ormai quasi all’età di 30 anni, decide di lasciare l’Italia e il calcio italiano per trasferirsi in Giappone. Fu il Júbilo Iwata, club del massimo campionato nipponico, a offrirgli un contratto economico importante: Schillaci divenne così il primo calciatore italiano a giocare nel campionato di calcio del Giappone. Anche lì conquista i tifosi a suon di gol fino al suo ritiro ufficiale nel 1999.

Schillaci appende gli scarpini al chiodo

Appesi gli scarpini al chiodo si entra ormai nel ventunesimo secolo. Più o meno dal 2000 in poi, Totò decide di puntare sul calcio giovanile palermitano, iniziando a gestire il “Ribolla” di via Leonardo Da Vinci. Diversi i calciatori che hanno poi raggiunto il professionismo e che sono passati dalla sua scuola calcio. Tra questi anche Francesco Di Mariano, nipote di Schillaci (figlio della sorella) oggi numero 7 del Palermo in Serie B.

Per Schillaci, intanto, si erano aperte anche le porte della tv e della politica. Il calciatore ha partecipato a diversi talk show nazionali e ha anche interpretato alcuni ruoli in film e serie tv. Nel 1997 può annoverare pure un’esperienza da consigliere comunale. L’ultima apparizione televisiva risale allo scorso anno, in Pechino Express, insieme alla moglie Barbara (seconde nozze).


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