Troppi musei e pochi visitatori | La polemica sull'arte siciliana - Live Sicilia

Troppi musei e pochi visitatori | La polemica sull’arte siciliana

La Dea di Morgantina è vista da appena 38 visitatori paganti al giorno. La lente d'ingrandimento dei media nazionali si posa sui musei e sulle ricchezze archeologiche siciliane. Dalla lucida disamina di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera alla denuncia di Sofri sul Foglio.

L'articolo di Stella sul Corriere
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PALERMO – L’arte siciliana e la questione dei nostri musei finisce sotto la lente d’ingrandimento dei media nazionali. È Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, a occuparsi a tutta pagina della condizione delle opere pregiate dell’isola partendo da un dato piuttosto inquietante: Per la Dea di Morgantina, esposta nella sua sede natia, ad Aidone, ogni giorno vengono staccati, in media, solamente 36 biglietti. Un po’ poco per una scultura la cui bellezza è nota in tutto il mondo, strappata, dopo 22 anni di lotte diplomatiche, alle grandi folle di visitatori del museo Getty di Los Angeles, e che adesso, per citare Stella, viene vista mediamente “da un dodicesimo dei visitatori paganti degli ippopotami dello zoo di Pistoia”. “Piange il cuore – continua il giornalista sul Corriere – a vedere come una decisione forse comprensibile in un’ottica paesana (“E’ nostra! E’ Nostra!”) ma sconcertante in un’ottica generale, sottragga quel capolavoro assoluto alla visita di tutti quei turisti che, per un motivo o per l’altro, non hanno il tempo per passare mesi e mesi in Sicilia come i grandi viaggiatori del passato”.

Ma la Dea è solo il pretesto per una più approfondita riflessione. Sono infatti solamente 88 i visitatori paganti che in media riempiono le stanze dei 65 principali musei siciliani, per non parlare delle piccole realtà, che, seppur ricchissime di reperti di enorme bellezza e valore, per la loro collocazione geografica, che li pone lontani da aeroporti e grandi centri, non riescono a garantire alle proprie meraviglie la visibilità che meriterebbero. È così che Gian Antonio Stella si interroga su quanto possa essere più conveniente per l’intero paese l’istituzione di due o tre grandi musei per regione che convoglino le maggiori opere, anche perché, “Chi li ha i soldi per mantenere centinaia di musei sparsi per la penisola?”

“Vogliamo prendere atto – continua Stella – che l’Italia non ce la fa a mantenerli tutti, i musei attuali sparsi per le contrade e che la mania di dare un tozzo di pane a tutti impedisce di concentrare le poche risorse là dove sarebbe indispensabile concentrarle?” Gian Antonio Stella tuttavia è solo l’ultimo, in ordine di tempo ad occuparsi di musei e di Sicilia. Adriano Sofri sul Foglio di alcune settimane fa, polemizzava sull’eccessiva frequenza con cui le grandi opere siciliane vengono concesse in prestito ai musei esteri, facendo notare la contemporanea assenza, pesante anche in termine di visite ai musei, dell’Efebo di Mozia, in tour negli Stati Uniti, tornerà nel 2014, dell’Efebo di Selinunte, in visita a Shangai, del Satiro danzante di Mazara, in prestito alla British Accademy di Londra . Una mancanza, fa notare Sofri, ancora più forte, se si pensa al fatto che sia il “Salinas” di Palermo, che il museo archeologico di Cefalù sono, ormai da tempo, chiusi.

Twitter: @giaiphong


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