PALERMO – Autonomia differenziata: dopo lo stop parziale via alla ridda interventi. E relative polemiche.
Autonomia differenziata
Sono diversi i commenti del mondo della politica dopo la parziale bocciatura dell’autonomia differenziata da parte della Corte Costrizionale.
Faraone (Iv): “Il Sud sarebbe stato travolto”
“Le parole di Renato Schifani sull’autonomia confermano che il presidente della Regione Sicilia non perde occasione per mostrare la sua solita faccia di bronzo”.
Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Per Schifani – aggiunge – la sentenza della Consulta evita il pericolo di un’Italia a due velocità? Fosse stato per lui, il Sud sarebbe stato travolto. Se scorriamo la lista delle regioni che hanno fatto ricorso contro la riforma di Calderoli, la Sicilia infatti non c’è.
D’altronde, lo stesso Schifani non ha mai posto il problema nemmeno in Conferenza Stato-Regioni né ha fatto valere i margini di autonomia concessi alla Sicilia dal suo Statuto. La gestione della vicenda autonomistica assomiglia molto a quella della siccità in Sicilia: Schifani si accorge dei problemi solo quando esplodono o, come in questo caso, si risolvono e non per merito suo”, conclude.
Di Paola (M5S): “Avevamo ragione”
“La sentenza della Corte Costituzionale che ha praticamente fatto a pezzi l’Autonomia differenziata è la plastica dimostrazione che avevamo ragione e che la cosiddetta secessione dei ricchi, che potrebbe scavare una voragine tra Nord e Sud, non stava né in cielo né in terra.
Ora bisogna andare avanti: va cancellata del tutto. È una delle cose peggiori partorite dal governo Meloni, ed è quanto dire, visto che questo esecutivo di cose pessime ne ha fatte in serie: la barzelletta del ponte di Messina e l’abolizione del reddito di cittadinanza, solo per fare un paio di esempi”.
Lo afferma il coordinatore regionale del M5S per la Sicilia, Nuccio Di Paola.
“Fanno ridere – commenta Di Paola – quelli che a destra descrivono il pronunciamento della Consulta come una vittoria, solo perché non è stata dichiarata incostituzionale in toto. La legge è stata praticamente svuotata, e importanti costituzionalisti, a ragione, la definiscono ora uno zombie.
Va cancellata del tutto, e Schifani smetta la casacca di partito e indossi, una volta tanto, quella della Sicilia. Non possiamo dimenticare che in sede di Conferenza Stato-Regioni il suo governo ha dato l’ok all’obbrobrioso disegno di legge partorito da Calderoli”.
Lo stop parziale
Lo stop della Consulta è arrivato su sette profili della legge sull’Autonomia: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi. Al secondo giorno di Camera di consiglio arriva la decisione della Corte che accoglie parzialmente i ricorsi delle quattro Regioni guidate dal centrosinistra (Campania, Puglia, Sardegna e Toscana) che hanno impugnato la legge Calderoli.
Caruso (FI): “Toni inappropriati”
“Le affermazioni dell’onorevole Davide Faraone si qualificano da sole per i toni inappropriati che utilizza. Desidero ricordare che il presidente Schifani e Forza Italia hanno sempre sostenuto la necessità che l’approvazione dei livelli essenziali di prestazione (Lep) sia preliminare e indispensabile per procedere in qualsiasi direzione nell’attuazione dell’autonomia, come confermato dalla Corte Costituzionale”.
Lo dice Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia. “Il presidente Renato Schifani continuerà, come ha sempre fatto, a difendere le prerogative della Sicilia, anche per porre rimedio ai numerosi danni che, soprattutto in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regione, sono stati causati dai governi di centrosinistra”, conclude Caruso.