CATANIA – “Iran a mani nude. Storia di donne coraggiose contro ayatollah e pasdaran”. È il saggio di Mariano Giustino (corrispondente estero di Radio Radicale) per i tipi di Rubbettino, che sarà presentato stamani presso il dipartimento di Scienze Politiche a Catania.
L’occasione è quella del 25 novembre, cioè la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Intervengono: Pinella Di Gregorio, Deborah De Felice, Daniela Fisichella, Stefania Panebianco e Stefania Mazzone.
“Iran a mani nude”
Un momento di riflessione per fare il punto sulle donne a partire dalla recente protesta della studentessa dell’Università di Teheran, che si è denudata pubblicamente per affermare quanto alle donne della Repubblica islamica non è concesso.
“Le donne iraniane da anni elaborano strategie per sfidare la discriminazione di genere, sia in politica che nella società” si legge nella quarta di copertina di Iran a mani nude.
“Dal 16 settembre 2022 – continua – la popolazione di Teheran, cuore culturale e politico del paese, è scesa in strada per ribellarsi contro l’uccisione di una ragazza curda, non persiana e non sciita, cioè di una persona che apparteneva alla periferia, al Kurdistan”.
Le donne del Kurdistan
Una vicenda che gli europei hanno guardato da lontano, pur solidarizzando, ma senza capirla fino in fondo. “Questo rappresenta – si legge ancora – il primo passo di una profonda rivoluzione culturale che ha già provocato, di fatto, l’abbattimento dell’apartheid di genere e della distanza tra centro e periferia. È la più seria sfida popolare ai leader teocratici dal 1979”.
E ancora: “La generazione Z rifiuta l’ipocrisia di vivere la libertà solo nello spazio privato e la rivendica ovunque, a cominciare dallo spazio pubblico. In Iran sta emergendo con sempre più forza una generazione che sogna di liberarsi da ogni oppressione e ogni autoritarismo”.