CATANIA – “La Sugar Tax rappresenta una bomba a orologeria per il settore delle bevande analcoliche italiane”. Così in una nota Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Confindustria Catania e vicepresidente di Assobibe.
“Anche se non è ancora entrata in vigore – aggiunge – la prospettiva che potrà realizzare nel luglio 2025 sta già generando grande preoccupazione tra le imprese”.
Questa misura rischia di trasformarsi in un duro colpo per un comparto vitale dell’economia, dimostrando ancora una volta quanto decisioni ideologiche possono creare danni concreti”.
“Sbandierata come uno strumento per promuovere stili di vita più sani, la Sugar tax, caldeggiata e introdotta grazie al governo Conte bis – aggiunge Busi Ferruzzi – è un provvedimento miope che ha fallito ovunque sia stato applicato. I benefici sulla salute pubblica sono quasi nulli, mentre l’impatto economico sulle aziende è devastante Infatti, secondo Assobibe, il settore sarebbe gravato da extra-costi per oltre 2,2 milioni di euro per gli adempimenti necessari al versamento mensile di questa nuova imposizione”.
“Di più, le esigue entrate auspicate con l’introduzione della Sugar tax – spiega – non tengono conto dei 275 milioni di euro di mancato gettito Iva, conseguente alla contrazione del 16% delle vendite di bibite previste nel biennio successivo all’entrata in vigore della norma È inaccettabile, quindi, che un provvedimento del genere possa ancora rappresentare una minaccia così concreta”.
“Questa tassa, se attuata – osserva ancora il presidente di Confindustria Catania – sarà l’ennesima zavorra che soffocherà il settore bevande, un comparto che dovrebbe essere sostenuto e non colpito da misure punitive. Le imprese italiane, e siciliane in particolare modo, non possono restare ostaggio di decisioni prese senza un vero confronto con chi, ogni giorno, crea valore e occupazione”.
“Chiediamo con forza – conclude Busi Ferruzzi – che la Sugar tax venga definitivamente cancellata. Non possiamo permettere che una misura ideologica, inefficace e dannosa diventi realtà, rischiando di infliggere un colpo mortale a un settore strategico. La politica deve ascoltare le imprese e agire con responsabilità: il futuro dell’economia italiana e siciliana non può essere compromesso da scelte superficiali e populiste, eredità velenosa di governi passati”.