CATANIA – Un’indagine lampo, quella sui cavali di ritorno. Dislocata nell’arco di sei mesi: tra l’ottobre del 2022 e l’aprile del 2023. Condotta dai carabinieri di piazza Dante e coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania.
Alla strumentazione avanzata in possesso della banda per rubare auto e moto, la risposta degli investigatori è stata quella di intercettare il modus operandi di un commando che aveva razziato Catania e l’hinterland.
Trentacinque indagati in tutto. Sei arresti nel blitz Villa Glori, ma due di loro – Angelo Distefano e Giuseppe Tringale – hanno alle spalle anche due condanne di mafia. Nella saga delle estorsioni e dei cavalli di ritorno accompagnato da un tariffario di restituzione che variava tra i 500 e i 1500 euro, anche lo spaccio di marijuana, hashish e sostanze sintetiche. Tutto accompagnato da un linguaggio criptico, interpretato e poi svelato dagli investigatori.
Il copione
Due degli arrestati, Alessio Scuderi e Francesco Spinella avevano predisposto un copione al quale attenersi alla presenza del proprietario del mezzo o della persona che faceva da tramite. In una circostanza, quella del furto di una moto di grossa cilindrata, la recita era stata ideata dallo stesso Scuderi: “…cugino, io ci sto andando…hai capito? Se là nascono problemi, io ti chiamo e tu mi chiedi: scusa, ma è bianca e nera oppure è…? Questo solo se nascono problemi. Se non ci saranno problemi, ti dirò: va bene, apposto, ora vediamo come sistemare questa cosa!…e vorrà dire che ormai ho sistemato la cosa. Hai capito? ….
Sempre Scuderi definiva la strategia riguardo il cavallo di ritorno per non correre alcun rischio col proprietario del mezzo: “…però, tu, buttala la battuta…prima che gli sembra che ci voglio “mangiare” io! Tu gli devi dire che la stai vendendo per il prezzo che “lui” ti ha detto, per il prezzo che vale, per non chiedere una cifra esagerata alle persone!”.
La moto rubata a un volto della malavita
Quasi in contemporanea, emerge poi il caso di un mezzo rubato a un “noto soggetto della malavita” catanese. “…Quello scemo di mio zio mi aveva detto che era un figlio di papà e, da che si trattava di un figlio di papà, sono riuscito a sapere chi è! Lui mi ha detto che non si deve presentare con nessuno: io faccio quello che devo fare!
Menomale che gli ho detto, alla fine, che era bianca e nera, in giro ce ne sono tante (il copione al quale si faceva riferimento prima, ndr) e lui subito mi ha risposto: non è di questo colore. Io gli ho detto che quello scemo di “Tino-Tigna” mi aveva detto che era bianca e nera, …domani, se va in porto, bene! Altrimenti non se ne fa nulla. Io gli ho detto: domani ti faccio parlare con i ragazzi, …cosi io mi tolgo di mezzo! …”.