CATANIA – Armi, traffico di sostanze stupefacenti, furti. E ancora, ricettazioni ed estorsioni conformi al modello del cosiddetto cavallo di ritorno. La banda sgominata all’alba di ieri dai carabinieri del Comando provinciale di Catania, aveva allestito un bazar itinerante al quale rivolgersi entro tre giorni per avere restituito indietro il mezzo rubato.
Arresti e cavallo di ritorno
Automobili ma anche, e soprattutto, molte moto di grossa cilindrata e motocicli. Il clan operava in buona parte della provincia ed era di stanza, come rilevato nelle scorse ore, in una stalla di Picanello.
Le manette ai polsi sono scattate per Rosario Buzzanca, Francesco Spinella, Angelo Di Stefano, Federico Morabito, Sebastiano Sanfilippo, Giuseppe Tringale. Per il gip Luigi Barone “si tratta di persone risultate, tutte, coinvolte attivamente e stabilmente nel traffico di veicoli rubate finalizzato ad estorcere denaro alle vittime in cambio della restituzione del mezzo. È di solare evidenza leggendo i dialoghi intercettati come il traffico illecito gestito dai predetti indagati sia certamente più esteso rispetto ai fatti sin qui ricostruito”.
In una intercettazione spunta il caso di un mezzo – si trattava di una motocicletta – che era stato reclamato da soggetti appartenenti alla criminalità locale: “..Fede? Sono di meno, ah! …vieni tu, in caso, te la sbrighi tu …perché…ora, prima non era di nessuno, ora sono arrivati tutti quelli col “mussu unghiatu”, mi stai capendo? …”.
La questione era legata al ribasso del prezzo sulla cresta fatta per la restituzione del mezzo: “…300, gli devi dire! O niente!…gli devi dire: 3. Appena vedi che ti…li lasci andare per ora! Dai! Li lasci andare! Hai capito?”.
Lo spaccio
La banda era dedita anche allo spaccio di marijuana e droghe sintetiche. In una conversazione intercettata dagli investigatori Alessio Scuderi chiede a chi si trova dall’altra parte del telefono di portargli dello stupefacente: “…un po’ di “birre”…”. Un linguaggio criptico che non ha portato certo gli inquirenti fuori strada.