Sindaco Lagalla, dove sarà a Natale?
“Il Natale lo passerò con la famiglia, nell’intimità degli affetti più veri. Non c’è posto migliore”.
L’enigma Lagalla, nel senso di Roberto, professore universitario emerito e sindaco di Palermo, è presto detto. Non si capisce dove finisca quella soffice bonomia che lo contraddistingue e dove cominci la necessaria durezza del politico. Forse coincidono, in un meccanismo di strana compensazione.
Chi lo conosce, e gli vuole bene, lo descrive come un uomo dal cuore generoso e dall’intelletto tenace. Chi non gli vuole bene ammette, magari, a denti stretti, che ‘è una persona onesta’. E poi aggiunge: ‘Però è uno che fa troppo di testa sua’. Vorrebbe essere una invettiva, somiglia di più a un complimento.
Roberto Lagalla, di recente, è stato sulla bocca di tutti. Per la conferenza stampa di metà mandato in cui ha inanellato, dal suo punto di vista, successi e aspetti da migliorare. Ma, soprattutto, per l’adesione al tridente politico di cui fa parte con Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. A prima vista sembrano biografie poco omogenee. Tuttavia, come ammoniva l’indimenticabile presidente Massimino, l’amalgama, se non ce l’hai, lo puoi sempre trovare. Segue chiacchierata.
Sindaco, cominciamo da una storia drammatica che l’avrà sicuramente colpita: la vicenda del bimbo partorito per strada.
“Sì, sono rimasto profondamente colpito. Mi consola il perfetto funzionamento della catena del soccorso e della solidarietà. Tutti si sono fatti carico della vicenda, l’assistenza è stata perfetta. Auguriamo al piccolo una vita lunga e felice. Un pensiero affettuoso va alla mamma. Nessuno può giudicare la disperazione, se non l’ha vissuta”.
Il tema della povertà è attuale, anche a Palermo e non solo a Natale.
“Il Comune lavora con impegno, ma si può fare sempre di più. Dobbiamo dire grazie al volontariato e al terzo settore che risultano fondamentali”.
Cambiamo scenario.
“Il tridente?”.
Lui.
“Sono pronto”.
Qualcuno ha avanzato dubbi, sul nostro giornale.
“Cioè”.
A prescindere dalle dichiarazioni di principio, sarete davvero leali con il presidente Schifani?
“Io sono stato chiaro e ognuno risponde per se stesso. Oltretutto, non mi pare che il presidente sia uno sprovveduto. Renato Schifani sta portando avanti un lavoro di grande valore che lo ricandida da sé. Il nostro impegno è per la sua ricandidatura alla Regione, con un centrodestra più forte, arricchito dalle sensibilità del terzopolismo. Considero scontato uno Schifani bis, come vorrei che altri considerassero scontato il mio secondo mandato di sindaco”.
Davvero pensa a prolungare la sua esperienza? C’era chi sussurrava, nei giorni scorsi, che lei fosse allettato da prestigiosi incarichi romani.
“Possono dire quello che vogliono. Io continuo a lavorare per Palermo e so che un progetto ambizioso di rinnovamento, come il mio, non può essere completato in soli cinque anni”.
Il sovrintendente Marco Betta è stato riconfermato al Teatro Massimo, altro scenario, lei ha tenuto il punto.
“Ci sono momenti in cui le battaglie di giustizia vanno combattute, anche a costo di restare soli, per un debito che si paga alla coerenza. Ho molto apprezzato la determinante scelta di campo di Renato Schifani, per un’intesa che fa onore alla città. Con lui, senza considerare nemmeno qualche fugacissima incomprensione, coltivo un rapporto splendido”.
Ma lei che voto si darebbe, sindaco?
“Sono un professore non particolarmente prodigo. Il Comune veniva da un lungo periodo di insufficienze. Mi darei un sette meno. Bisogna essere liberi da preconcetti. Abbiamo rimesso in sesto gli uffici e l’agibilità dei conti. Negli ultimi dieci mesi ci sono stati passi da gigante”.
In centro storico abbondano furti e spaccate, si avverte una grande tensione. Cosa può promettere un sindaco?
“Sarebbe superficiale fare promesse su un tema come la sicurezza che va inteso come un aspetto da affrontare come squadra e che, quindi, non investe solo il Comune che non ha certo la competenza principale…”.
Dunque?
“…Io dico che, insieme alla Prefettura e alle forze dell’ordine, c’è il massimo impegno e che fino a oggi si è sempre risaliti ai responsabili, proprio grazie agli sforzi delle donne e degli uomini in divisa. Siamo soddisfatti che certi risultati siano stati ottenuti anche grazie all’ausilio dei mezzi del Comune, in primo luogo il telecontrollo del territorio. Ecco, proprio in questo campo aumenteremo i mezzi a disposizione perché se oggi ci sono oltre 800 telecamere in città, nel 2025 arriveranno fino a 1.500. Così come aumenteremo il numero dei vigili urbani, mentre l’arrivo dei nuovi mezzi ha già permesso di far vedere più pattuglie di polizia municipale in strada nelle ultime settimane”.
In generale, cosa ha funzionato e cosa non?
“Ci sono settori notoriamente in maggiore difficoltà, come ho avuto modo di spiegare, ma non siamo alla fine del mandato. In quella sede, il giudizio sarà completo”.
Una recente e notissima sentenza ha visto Palermo sullo sfondo. Qual è il suo pensiero sull’accoglienza delle persone migranti?
“Io sono per il primato assoluto del soccorso, della protezione. Chiaramente ci vuole una politica ragionevole delle migrazioni. Però…”.
Però?
“Osservo che le persone migranti, per noi, non sono un peso, ma costituiscono una risorsa per i problemi demografici e per certi lavori oggi scoperti”.
Dicono di lei che abbia la stoffa dell’incassatore. In un recente ritratto mi chiedevo se comincerà a menare le mani. Forse è già successo e non ce ne siamo accorti.
“Per farlo è necessario avere la certezza che il colpo sia preparato bene, che sia ponderato e che vada sicuramente a segno. In quel caso avrebbe un senso, altrimenti meglio astenersi”.
Buon Natale, sindaco.
“Tanti affettuosi auguri anche a lei”.