MESSINA – Sono passati cinque lunghi anni da quel giorno d’estate in cui Pietro Franza decise di porre fine alla vita di una squadra che navigava nella parte sinistra della classifica di serie B, ma che era reduce da due sofferte (soprattutto a livello economico) retrocessioni dalla serie A. Cinque anni di gestioni allegre, di perdita di credibilità, di dilapidazione di un patrimonio chiamato Messina.
Esattamente un anno fa, uno tra i più quotati dirigenti del panorama calcistico italiano decideva che era arrivata l’ora di ridare lustro ad una città e ad una squadra calpestata da criminali e abili incantatori di serpenti. Pietro Lo Monaco. Una garanzia per chi mastica calcio. L’uomo che ha fatto le fortune del Catania e che non ha avuto abbastanza tempo per fare anche quelle del Palermo. Il dirigente di Torre Annunziata ha acquisito le quote societarie da Lello Manfredi e Giovanni Di Bartolo, due tra i principali artefici della salvezza del Messina nell’agosto di due anni fa, quando sembrava essersi definitivamente affievolito anche l’ultimo barlume di speranza.
Il Messina comincia la stagione da favorito. E stavolta gli esperti del settore ci azzeccano. L’Acr, battendo la Nissa con un tennistico 8-1, conquista la matematica promozione in Lega Pro dopo una cavalcata straordinaria ed un infinito dualismo con i rivali del Cosenza. Il “San Filippo”, nelle ultime due partite della stagione (contro Cosenza e Nissa) ospita complessivamente più di 20.000 spettatori (numeri deficitari se si tiene in conto della capienza limitata dello stadio e la chiusura dei settori più ampi). Numeri da serie A. Quella stessa che è stata scippata con troppa superficialità ad una piazza che ha sempre vissuto di pane e pallone. Oggi uno striscione posto nella gradinata del “San Filippo” recitava “E fu il primo passo verso l’Europa”. È chissà che quel tifoso che l’ha scritto non abbia ragione. A crederci non sono solo i 10.000 presenti oggi allo stadio. A crederci sono le migliaia di messinesi che al fischio finale hanno invaso l’intera città con i colori giallorossi.
Tra questi anche gli indimenticati Alessandro Parisi e Arturo Di Napoli, entrambi accolti da cori e applausi che hanno fatto tornare alla mente gli anni della serie A, quella che i due bomber giallorossi hanno vissuto da protagonisti. Caroselli in tutte le strade: da piazza Cairoli al duomo, da Ganzirri a Contesse. Clacson impazziti. Bandiere ad ogni finestra. bancarelle prese d’assalto.Messina è finalmente vestita a festa. Sono passati 9 anni dall’ultima promozione (5 giugno 2004, serie A), ma forse mai quanto oggi un’intera città è tornata a credere in qualcosa, quel qualcosa chiamato “Rinascita”.