TRAPANI – Un tunisino di 30 anni non ancora compiuti, accusato di spaccio di droga, affetto da patologie psichiche, si è impiccato ieri sera nella sua cella nella casa circondariale di Trapani. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari.
Lo rende noto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. Sale così a 44 (più uno ammesso al lavoro all’esterno e un altro in una Rems) la tragica conta dei detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere 3 operatori.
La Uilpa polizia penitenziaria: “Mattanza senza fine”
“Una mattanza senza fine, mentre il ministro della giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni – aggiunge De Fazio – continuano a pestare l’acqua nel mortaio annunciando provvedimenti, per lo più triti e ritriti, di sicura inefficacia”.
“A Trapani ci sono 524 reclusi su 497 posti disponibili, mentre gli operatori di polizia penitenziaria assegnati sono 260, quando ne servirebbero almeno 417, con un deficit di oltre il 35%, – aggiunge il segretario della Uilpa – tanto che capita che un solo agente debba occuparsi, per esempio, di sorvegliare a vista ben 4 detenuti contemporaneamente”.
Interrogazione del PD
“Nella giornata di ieri un detenuto si è tolto la vita all’interno della Casa Circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani, mettendo ancora una volta, e tragicamente, in evidenza il dramma della detenzione in Italia”. Lo denuncia una nota congiunta di Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia del PD, e Giovanna Iacono deputata Dem del collegio di Trapani.
“Presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito a questa ultima tragedia per chiedere conto della gestione di quella che è divenuta ormai una vera e propria emergenza suicidi nelle carceri italiane, e in particolare nella struttura trapanese. Chiederemo al ministro di chiarire quali misure di prevenzione siano state adottate nella Casa circondariale di Trapani dopo i precedenti casi di tentativi di suicidio e di autolesionismo e cosa intende fare rispetto all’inadeguatezza di quei luoghi ormai sempre più invivibili e a rischio collasso”.
“Abbiamo chiesto più volte al governo di farsi carico di misure straordinarie e di investimenti concreti per fermare l’emergenza carceraria in Italia, e per tutelare la vita e la dignità delle persone detenute. Non possiamo più tollerare – concludono – che le carceri continuino a essere dei luoghi di morte e di disperazione e in cui i diritti della persona vengono quotidianamente mortificati e annullati”.

