PALERMO – “Una scelta scellerata e ben precisa per andare a colpire due provvedimenti importantissimi quello dell’editoria e quello sui laghetti aziendali contro la siccità, proprio per dare una dimostrazione di forza di un gruppo di deputati, sicuramente scontenti per quelli che sono gli equilibri in questo momento nella maggioranza, nei confronti del presidente”.
Ars, norme bocciate e franchi tiratori
Alla dodicesima ora in Sala d’Ercole, intorno alle 22, mentre è in corso l’accantonamento della norma sull’abbattimento delle liste d’attesa, il deputato della Dc Ignazio Abbate, uno dei fedelissimi alla linea del governatore Renato Schifani, non le manda a dire.
Nel suo mirino finisce la pattuglia di deputati, della maggioranza, esponenti che siedono tra gli stessi banchi, che hanno consentito, col voto segreto richiesto dall’opposizione, di affossare la norma sugli aiuti all’editoria e quella sull’emergenza idrica nell’agricoltura, ‘per colpire Sammartino’, si sussurra.

Il mantra contro l’ex assessore all’Agricoltura del Carroccio circolava da giorni. L’opposizione ha solo alzato la palla, sedici esponenti della maggioranza hanno schiacciato (nella foto ecco i risultati del voto). Chi sono? Gli occhi sarebbero tutti puntati – almeno così qualcuno ipotizza – sui deputati di Grande Sicilia, Forza Italia e su alcuni di FdI. L’opposizione conta ventuno deputati regionali, ma ha ha ricevuto 38 voti.
Il ‘format’ della riforma sui consorzi di Bonifica
Un ‘format’ che ricorda molto la sconfitta della maggioranza nella riforma dei consorzi di Bonifica.
Non è un caso che, nella discussione che ha preceduto il voto sui ‘laghetti’, il deputato Carmelo Pace della Dc si sia appellato non all’opposizione, ma alla maggioranza, “perché migliaia di agricoltori stanno perdendo le loro piante”.
Ma non è bastato. Abbate rincara la dose: “Sappiamo – dice ancora a LiveSicilia – che questo è un modo vigliacco di poter dimostrare una insofferenza che non si riesce così a risolvere. Sicuramente dopo questa norma il presidente dovrà prendere decisioni”.
Anche il capogruppo della Lega, Salvo Geraci, rompe il silenzio: “Spiace constare che tutto quello che finisce sotto il voto segreto viene bocciato a prescindere dall’importanza della norma , prima l’editoria ora l’agricoltura. Il risultato della votazione è un danno alle aziende agricole e i produttori di chi non ha a cuore il bene della Sicilia e dei siciliani”.
Schifani e l’intervento in aula
Il presidente della Regione ha ascoltato due giorni di sedute. Poi, nel momento più caldo, dopo la scelta della conferenza dei capigruppo di applicare la ‘tagliola’, ha preso la parola e parlato a braccio all’opposizione, motivando l’accusa di ‘ostruzionismo’, sottolineando i risultati raggiunti e spiegando, dal suo punto di vista, la manovra.
La bocciatura del decreto editoria è arrivata poco dopo, nella maggioranza è stata interpretata come uno ‘schiaffo’ anche al presidente, che aveva assunto l’impegno di portare avanti questa misura. Poco dopo, Schifani lo ha ribadito: “A settembre riproporremo lo stanziamento”.
Il rush finale
La seduta di ieri si è conclusa con l’accantonamento della misura contro le liste d’attesa.
Oggi l’appuntamento è alle 11. Si ipotizza una norma per finanziare i progetti dei Comuni, con una quota economica da attribuire a ciascun deputato della maggioranza, soldi da destinare agli enti.
Poi le ferie. Ma l’estate calda della maggioranza sembra appena iniziata.

