PALERMO- “Non è che finisce la droga e finiscono i problemi. Però, impari a vivere, ad affrontarli…”. Betty C., 29 anni presenta la sua autobiografia a Isola delle Femmine.
Nell’attesa, un giorno prima, beve un caffè nella redazione di LiveSicilia. Si schermisce con timidezza. “Niente foto per piacere, possiamo coprire il telefonino che registra? Mi imbarazza un po’”.
Con lei Gilda Sciortino, giornalista, prezioso sostegno di questa esperienza esistenziale-letteraria – l’altro è Victor Matteucci, direttore della casa editrice – in cui Betty racconta la sua trascorsa dipendenza dalla droga che è il fulcro di ‘Loop out, d’amore e di rabbia, diario di un’adolescente in fuga’. “Però io non sono la mia dipendenza – precisa – e non è giusto parlare di tossici. Siamo persone, nella loro interezza. Io ho smesso, si può…”.
“Ho cominciato a quattordici anni”
“Ho cominciato a quattordici anni – dice Betty -, perché mi sentivo vuota, ero triste… Sapevamo che c’era, nei paraggi, un ragazzo che si faceva d’eroina, l’abbiamo cercato io e altri. Tutto ha avuto inizio così”.
“Non credevo alla dipendenza, ero sicura di essere superiore, che avrei smesso quando volevo io. E’ l’errore che commettono tanti. Invece, poi ci stai male… diventa difficile. Perché ci si droga? Le risposte sono diverse. Alla base c’è il vuoto. Sono stata a Ballarò (una scritta sui muri nella foto d’archivio), con la sua piazza di spaccio immensa. La conosco benissimo”.
Betty racconta: “E’ come se non riuscissi a vederti in un’altra maniera. Io ho provato di tutto: la cocaina, l’eroina, il crack. La strada che percorri è sbagliata, lo sai, e ti fa male. Ma hai più paura di altre strade. Io ho smesso. E’ stata importantissima la nascita di mio figlio, mi ha molto aiutata. Ma devi smettere per te stesso, perché, se lo fai per il prossimo, puoi ricadere nella dipendenza alla prima difficoltà. Smetti, se trovi qualcosa per cui valga la pena di vivere”.
Se trovi chi ti sostiene, soprattutto: “La mia famiglia è stata essenziale”. Tra le pagine si legge: “La mia dottoressa, la mia salvezza, la donna più empatica, amorevole, altruista, sensibile, divertente, carismatica, forte e fragile al tempo stesso, che abbia mai conosciuto…”.
L’inizio sulla chat e poi…
Questa ragazza dal cuore indomito ha fondato un gruppo d’aiuto. Ha scritto il suo libro ‘a pezzi’, senza avere un obiettivo specifico.
“Ho cominciato a scrivere di me su una chat anonima. Vedevo che interessavano le mie cose. Gilda mi ha proposto di mettere insieme il materiale e pubblicare. Per un po’ sono sparita, anche perché ho una natura timida. Infine, siamo andati avanti ed eccomi qua”.
Come il marinaio Ismaele racconta la storia della balena Moby Dick, della nave Pequod, e di uno dei più poderosi naufragi della letteratura, Betty narra la vicenda contraria di una risalita. Ci sono tempeste, ma ci sono approdi. La dedica iniziale è: “A tutti gli amici e alle amiche che ho perso, a cui penso tutti i giorni e il cui ricordo, ogni giorno, mi strazia il cuore”.
Dallo smartphone saltano fuori le immagini di un bimbo bellissimo. Betty C. guarda suo figlio con gli occhi pieni di sole. Comunque vada, il buio è un ricordo.
La presentazione
Una testimonianza forte e diretta, la voce di una giovane donna che rompe gli schemi e va contro ogni omertà, quella di Betty C., giovanissima autrice del libro “Loop Out. D’amore e di rabbia. Diario di una adolescente in fuga” (319 pagine), edito da Mediter Italia (foto di copertina di Shobha, postfazione di Victor Matteucci) che sarà presentato alle 17,30 di oggi martedì 16 settembre nella Biblioteca comunale di Isola delle Femmine, in via Palermo 63.
A dialogare con l’autrice saranno Orazio Nevoloso, sindaco di Isola delle Femmine; Carmela Di Liberto, presidente della Pro Loco Isola delle Femmine; Biagio Sciortino, assessore alle Dipendenze Patologiche del Comune di Bagheria; Anna Maria Maggio, medico specialista nella medicina delle farmacotossicodipendenze. Modera la giornalista Gilda Sciortino.

