Catania, l'operazione anti-droga a San Berillo Vecchio e gli arresti

Catania, l’operazione anti-droga a San Berillo Vecchio e gli arresti

Contestati anche i reati di rapina, estorsione e ricettazione
LE INDAGINI
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CATANIA – Trentasei arresti. Tutti di nazionalità nordafricana. È il risultato dell’operazione “Safe Zone” condotta all’alba dalla Questura di Catania su disposizione della Procura della Repubblica. Nei confronti di due ulteriori indagati, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il divieto di dimora nel Comune di Catania. E l’obbligo di permanere presso il proprio domicilio dalle ore 20 alle 6. 

Per tutti le accuse sono, a vario titolo, dei delitti di detenzione e spaccio di stupefacenti, rapina, estorsione e ricettazione.

Le indagini

Le attività investigative sono state condotte attraverso il monitoraggio di una significativa porzione del quartiere “San Berillo Vecchio”. Attraverso sistemi di videoregistrazione. Documentata l’operatività di una piazza di spaccio gestita da un gruppo di soggetti extracomunitari di origini africane. 

Dalle indagini è emersa a livello di gravità indiziaria che gli indagati, singolarmente o in concorso tra loro, presidiando h24 le arterie del suddetto rione storico, operavano secondo un modus operandi oramai consolidato. L’acquirente veniva accompagnato, o comunque indirizzato, in punti ben precisi del quartiere dove avveniva la contrattazione. E la definitiva cessione dello stupefacente, che veniva accuratamente nascosto in vari luoghi, come fessure dei muri, bidoni dei rifiuti, tombini.

Nel periodo d’osservazione è stato possibile documentare migliaia di cessioni di stupefacenti, tra cui cocaina, crack, marijuana e hashish. 

“L’altro scenario investigativo”

Nell’ambito dello stesso scenario investigativo, le indagini hanno anche permesso di determinare l’esistenza di un secondo livello costituito da “fornitori del posto”. I quali, grazie ad azioni fulminee, riuscivano ad assicurare gli approvvigionamenti di stupefacente direttamente sui luoghi di spaccio. In modo che l’illecita attività non subisse rallentamenti.   

Rapina ed estorsione

Nel novero dei reati contestati ad alcuni indagati anche quelli di rapina, commessa ai danni di un passante. E di un assuntore nei cui confronti era stata poi consumata anche un’estorsione. In particolare, alla vittima, dopo averla ridotta in stato di incapacità attraverso la consumazione di una dose di droga era stato sottratto un cellulare. Insieme al portafoglio. In seguito per poter tornare in possesso del device l’assuntore sarebbe stato costretto a consegnare la somma di 320 euro.

Le immagini registrate hanno anche evidenziato che taluni indagati avrebbero circolato molto spesso con motoveicoli rubati. Per cui è stato loro contestato il reato di ricettazione. 

Nel corso dell’attività d’indagine sono stati sequestrati alcuni chilogrammi di stupefacente e recuperate centinaia di dosi tra cocaina, crack, marijuana e hashish. 

 


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