PALERMO – Un quadro a tinte fosche quello tracciato dalla Corte dei Conti in occasione del giudizio di parifica sul rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2012. Al netto di una congiuntura negativa, con il Pil in ribasso del 2,7% nel 2012, le cifre restano particolarmente preoccupanti. Si evidenzia infatti “uno scenario particolarmente preoccupante con riguardo sia all’andamento economico generale che all’evoluzione della finanza pubblica”. Per la Sicilia l’indebitamento tocca quota 5,3 miliardi di euro e “desta particolare preoccupazione sia in relazione al continuo aumento degli oneri per il servizio del debito, pari a 490 milioni di euro nel 2012 destinati a lievitare per via dei finanziamenti attivati nello stesso anno, sia per i risultati dell’indicatore del debito regionale pro capite che ha raggiunto un valore di 1.077 euro”. Il risultato di amministrazione che emerge contabilizza quindi “un avanzo complessivo di 6,3 miliardi, che segna un decremento del 23 per cento rispetto al 2011.
La lente di ingrandimento di Maurizio Graffeo, presidente delle sezioni riunite in sede di controllo si rivolge poi ai cosiddetti fondi fantasma. E lo fa con il bastone e la carota. La Corte da un lato si dice “ben consapevole degli sforzi che il legislatore regionale ha ultimamente posto in essere” per affrontare la problematica delle entrate rispetto alle quali c’è un concreto rischio di inesigibilità. Dall’altro però esprime “una valutazione negativa circa l’adeguatezza della quantificazione operata sui fondi appostati in bilancio per sopperire ai rischi”, il cui impatto – secondo la Corte – potrebbe “seriamente compromettere in futuro i complessivi equilibri di bilancio”. Proprio su questo tema, ieri il governo regionale ha annunciato un intervento per mettere in sicurezza il Bilancio.
La spesa del 2012 però è più bassa di quella dell’esercizio precedente, soprattutto per la riduzione del 34% delle spese per investimenti. Sono dati che “confermano la sostanziale incomprimibilità della spesa corrente che una sensibile riduzione della spesa per investimenti”. Il debito? Cresce anche se di pochissimo, per l’esattezza dello 0,61%. Secondo la Corte però la Regione dovrà agire “nel senso del deciso contenimento dell’esposizione debitoria regionale”.
C’è quindi il capitolo delle spesa per il personale, che costa alle casse della Regione quasi un miliardo di euro all’anno. I dati delle retribuzioni evidenziano una riduzione del 4,5% anche perché i dipendenti in servizio diminuiscono leggermente, anche se restano poco più di 20 mila (per l’esattezza, 20.613 unità). “La flessione della spesa per il personale è imputabile da una parte al calo del dato occupazionale e dall’altro al contenimento della dinamica retributiva che risente della mancata definizione della contrattazione collettiva e delle relative misure legislative”, sottolinea comunque la Corte.
Nel 2012 in Sicilia la consistenza numerica del personale in senso stretto “regionale” è pari a circa un terzo (il 29,5%) di quello di tutte le regioni italiane sommate insieme. Il numero dei dirigenti è quasi il doppio rispetto al dato aggregato delle altre regioni a Statuto speciale e resta elevato anche il rapporto tra il numero di dirigenti e quello del personale non dirigenziale (1 su 8,64 a fronte di una media nazionale di 1 ogni 15,89).
Continua dunque a pendere la spada di Damocle sul comparto della sanità. “Preoccupa a fronte dell’accertata mancanza di stabili fonti di finanziamento del maggior impegno finanziario per la crescente incidenza della quota di compartecipazione regionale della spesa sanitaria ormai fissa al 49,11 per cento – si legge nel giudizio di parificazione –. Detraendo dal totale degli impegni regionali, pari a 18 miliardi e 536 milioni, si rileva come la spesa sanitaria assorba nel 2012 il 52,27% dell’intera spesa regionale. La compartecipazione alla spesa sanitaria e’ invece di ben 4 miliardi e 224 milioni, 21 milioni in piu’ rispetto al 2011, importo che assorbe il 52 per cento circa del complesso delle entrate tributarie della Regione”.