Un ritmo incessante. E’ di pochi giorni fa, infatti, l’indagine a carico del parlamentare regionale del Pd, Franco Rinaldi, indagato per associazione per delinquere, peculato e truffa, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Messina sulla Formazione professionale. Dall’inizio dell’ultima legislatura LiveSicilia ha ricominciato a contare i deputati sotto inchiesta nel Parlamento siciliano: l’indagometro, che nell’Ars della scorsa legislatura era arrivato a quota 29, adesso segna temperature molto più basse, con 14 politici indagati, imputati o condannati fra gli scranni di Sala d’Ercole.
Fino a un paio di settimane fa della lista faceva parte anche Salvino Caputo, condannato in via definitiva a un anno e cinque mesi per tentato abuso d’ufficio. Il deputato monrealese, però, è stato dichiarato decaduto dallo scranno di Sala d’Ercole e proprio oggi si insedia il suo successore Palazzo dei Normanni.
Le inchieste su Ciapi e Grandi eventi, che hanno portato alla scoperta di un presunto giro di mazzette e regali ai politici, di cui il manager della comunicazione Faustino Giacchetto è ritenuto il regista, avevano fatto finire nell’indagometro gli onorevoli Nino Dina (Udc), Francesco Cascio (Pdl) che era già presente per un altro procedimento, e Lino Leanza (Articolo 4), accusati di finanziamento illecito ai partiti. Al deputato eletto nelle liste del Pdl e poi transitato al Gruppo Musumeci, Santi Formica, è stato invece contestato anche il reato di corruzione. A Carmelo Currenti del Gruppo Musumeci, infine, è stata contestata nell’ambito della stessa inchiesta la turbativa d’asta.
Nelle puntate precedenti, l’ultima novità era rappresentata dall’assoluzione con formula piena, “perchè il fatto non costituisce reato”, del deputato del Pd Giuseppe Laccoto dall’accusa di tentato abuso di ufficio al Comune di Brolo.
Della lista, oltre all’esponente dell’Udc Pippo Sorbello, indagato per voto di scambio, e Antonello Cracolici, indagato per peculato nell’inchiesta sulle spese dei gruppi parlamentari, fanno parte otto politici. Le accuse sono di vario genere: si va dal concorso esterno contestato a Michele Cimino di Grande Sud, per il quale pende una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, al voto di scambio per il quale è indagato Pino Federico del Partito dei Siciliani, mentre Francesco Cascio del Pdl e Giovanni Di Mauro del Pds sono indagati per un reato più lieve, l’omissione di atti d’ufficio nell’inchiesta sull’inquinamento acustico.
Chiudono l’elenco Mimmo Fazio, condannato in appello a 4 mesi, sostituiti da una multa, per violenza privata, Giuseppe Picciolo, indagato per simulazione di reato e calunnia aggravata.