PALERMO – “Totò Riina è stato oggetto e non soggetto di trattativa. Per arrestarlo qualcuno si e’ messo a fare qualcosa con qualcun altro”. Lo ha detto l’avvocato Luca Cianferoni, legale del boss Totò Riina, imputato di minaccia a Corpo politico dello Stato al processo sulla trattativa Stato-mafia. “Il mio cliente – ha aggiunto – è totalmente isolato dal ’93. Ci dicano come e con chi ha trattato o gli si lasci espiare la pena”. Cianferoni, replicando alle richieste di ammissione prove della Procura, si è opposto all’acquisizione del verbale degli agenti del Gom che riportano le dichiarazioni rese da Riina durante una pausa del processo e che, per i pm, costituirebbero un’ammissione dell’esistenza della trattativa.
Il legale si è anche opposto all’esame di alcuni magistrati come Vittorio Aliquò e Giancarlo Caselli in quanto in passato hanno indagato su Riina. Cianferoni ha poi chiesto l’acquisizione del cosiddetto papello e della sentenza di Firenze sulle stragi del ’93. “Così – ha spiegato – si capirà che il papello, come è emerso dalle indagini, non l’ha scritto Riina. La sentenza sulle stragi – ha concluso – dimostrerà che c’è un evidente ‘bis in idem’ e che i fatti oggetto di questo processo sono stati già trattati. Evitiamo un inutile spreco di tempo e risorse sentendo testimoni già ascoltati”.