PALERMO – “Non aumenterò di nuovo la Tares, piuttosto i dipendenti della Rap facciano qualche sacrificio o perderanno il lavoro”. Leoluca Orlando non vuol sentir ragioni e oggi, in conferenza stampa a villa Niscemi, parlando di raccolta differenziata, ha risposto alle domande dei giornalisti con una reprimenda bella e buona nei confronti dei lavoratori della neonata Rap, il tutto alla presenza del presidente Sergio Marino.
“Non chiederò altri soldi ai palermitani, per me può chiudere la Rap”, ha scandito il sindaco dopo che i sindacati, lunedì, hanno respinto l’ipotesi di contratti di solidarietà. All’appello mancano infatti 11 milioni di euro e, visto che i soldi possono essere presi dalla Tares, si potranno racimolare o con un aumento della pressione fiscale per il prossimo anno o con un sacrificio dei lavoratori. “Non siamo mica un pozzo senza fine – ha aggiunto il sindaco – la sicurezza del proprio posto non vale 30 o 40 euro in busta paga. E a qualche consigliere comunale dico che non si può proporre in Aula di rinviare la Tares e poi fare le assemblee con i lavoratori dicendo loro di resister, non si scherza con il lavoro delle persone. A che gioco giochiamo? I lavoratori scelgano tra qualche euro in meno e il proprio posto di lavoro”.
LE REAZIONI
“In merito alle dichiarazioni odierne del sindaco Orlando – si legge in una nota del sindacato Alba -riteniamo che probabilmente le indicazioni contenute nel verbale sindacale dell’incontro avvenuto tra il cda di Rap e le organizzazioni di lunedì 2 dicembre sono state mal interpretate dal sindaco. Le organizzazioni hanno già ampiamente espresso (consapevoli della grave condizione finanziaria non solo dell’azienda ma dall’intero comune) la loro disponibilità al sacrificio economico di ciascun lavoratore e a perdere molto più di 30-40 euro al mese come “suggerito” stamane dal primo cittadino. In sintesi nel verbale si prevede: il congelamento per tutto il 2014 del rinnovo contrattuale; la riduzione del lavoro domenicale ai servizi essenziali; prepensionamenti, esodi ed Aspi. Il tutto per un totale complessivo di circa 3,7 milioni di euro, pari a circa 130 euro per ogni lavoratore al mese, tutto ciò nonostante il sindaco abbia garantito, in diverse occasioni, che i livelli retributivi non sarebbero stati mai intaccati. Allo stesso tempo il Comune deve, e può farlo senza aumentare in alcun modo la Tares, effettuare: il trasferimento di 2,5 milioni di euro all’anno che invece illegittimamente trattiene dai fondi strutturali per la stabilizzazione degli ex lsu oggi in forza alla Rap; il trasferimento del servizio di pulizia caditoie all’amap che produrrebbe una economicità per l’azienda di circa quattro milioni. Chiediamo inoltre di conoscere i tagli provenienti dalla classe dirigenziale (costo complessivo attuale di un milione di euro l’anno) che potrebbero essere utilizzati per l’incremento degli investimenti, fondamentali per il rilancio e il miglioramento della qualità dei servizi offerti da Rap. E’ paradossale come alla luce di quanto sopra rappresentato e soprattutto a fronte delle prescrizioni intervenute per i soggetti che hanno fatto fallire il gruppo Amia, si continui a chiedere sacrifici ai dipendenti che continuano a lavorare regolarmente pur in condizioni di incertezza sul proprio futuro. L’ipotesi di accordo previsto ed i sacrifici proposti sono funzionali all’acquisto da parte di Rap dei rami di azienda (ex gruppo Amia) che auspichiamo avvenga prima delle feste natalizie per dare serenita’ alle famiglie dei lavoratori. I lavoratori, infine, ringraziano il sindaco di avere salvato i loro posti di lavoro e garantito al contempo, senza soluzione di continuita’ il servizio di raccolta dei rifiuti ai cittadini”.
“Le dichiarazioni populiste del sindaco Orlando inducono i cittadini a pensare che i lavoratori di Rap non sono disponibili a fare sacrifici per mantenere il posto di lavoro, con serenità e con equilibrio ribadiamo al sindaco di trasferire a Rap l’intero gettito della Tares e di mantenere l’impegno assunto in campagna elettorale di far rientrare i 175 lavoratori della caditoie ad Amap. Con queste due operazioni e con il copioso contributo dei lavoratori , si evita di gravare ulteriormente sui cittadini e si consente ai lavoratori Rap di lavorare con serenità elemento fondamentale per mantenere la pulizia della città”. A rispondere cosi al sindaco Orlando sulla vertenza Rap sono i sindacati di Rap, Fit Cisl, Uiltrasporti Ugl e Filas, che precisano “I lavoratori non hanno chiesto di aumentare nuovamente la Tares e di certo non chiedono altri soldi ai cittadini palermitani , semmai spiace constatare, che i cittadini di Palermo hanno subito un incremento della tariffa sui servizi di Igiene ambientale, che però l’amministrazione comunale non ha trasferito per intero a Rap, circa 5 milioni di euro infatti sono rimasti nelle casse comunali” . I rappresentanti dei lavoratori aggiungono “abbiamo chiesto inoltre il rientro dei 175 lavoratori delle caditoie ad Amap considerato che il comune trasferisce ad Amap le risorse economiche per questo servizio, questo determinerebbe per Rap un risparmio di 2 milioni e 200 mila euro. I lavoratori, inoltre, si sono resi disponibili con il Presidente Marino a fare sacrifici in grado di portare all’Azienda un risparmio di ben 3 milioni e 750 mila euro. Rap dal canto suo ha previsto una riduzione dei costi per circa 1 milione e se la matematica non è un opinione, senza chiedere altri contributi ai cittadini, il bilancio del 2014 della Rap sarebbe in pareggio. Per non parlare poi – concludono i sindacati di Rap – delle risorse economiche legate al cosiddetto post-mortem, per le quali il comune trasferisce all’Azienda 800 mila euro nonostante il costo si aggiri attorno ai 3 milioni di euro, e le somme pari a 2 milioni e mezzo di euro legate alla stabililizzazione di 90 Lsu impiegati in Azienda e non al comune, che vengono invece incassate dall’amministrazione comunale ogni anno”.
“Esprimo pieno apprezzamento per le ferme dichiarazioni del Sindaco di Palermo in ordine alla resistenza opposta dalla Rap circa l’applicazione del contratto di solidarietà, confidando in un improponibile ulteriore aggravio dell’imposizione tributaria sui cittadini palermitani, già stremati dalla crisi – dice in una nota il consigliere comunale del Pd Loris Sanlorenzo – si tratta di un segnale concreto che mi auguro preluda a far piena luce sull’’ancora oscura galassia delle aziende partecipate dal Comune”.
“Si tratta di frasi gravissime – dice il consigliere Giovanni Lo Cascio – il sindaco venga in Aula a spiegarci cosa intende fare, non si può destabilizzare così un’azienda”.
“Non è più tempo di privilegi e di isole felici: tutti, anche i dipendenti della Rap, devono fare piccoli o grandi sacrifici, soprattutto quando in ballo c’è il proprio posto di lavoro”. Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Palermo, che prosegue: “E’ incomprensibile che i sindacati dei lavoratori della Rap non si rendano conto come sia fuori dal mondo difendere certi privilegi o rifiutarsi di fare sacrifici. La Rap, come quasi tutte le aziende legate al Comune, non naviga certo in buone acque e bene ha fatto il sindaco Orlando a dire che non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai palermitani, già costretti a fare i conti con l’insopportabile aumento della Tares. Il tempo delle vacche grasse è finito da tempo e se operai e dirigenti della Rap vogliono conservare il proprio posto di lavoro – che grazie ad Orlando non è finito in mani private, come tutti temevano – devono accettare anche i contratti di solidarietà. Certo, vedersi ridurre lo stipendio non è bello, soprattutto di questi tempi, ma, se lo fa il presidente Crocetta, forse sindacati e lavoratori devono riflettere sul fatto che è meglio guadagnare un centinaio di euro in meno al mese che perdere il posto di lavoro. Anzi, i sindacalisti, così zelanti nel difendere privilegi e prebende fuori dal mondo, cerchino d’impegnarsi di più affinché ciascun dipendente della Rap faccia il proprio dovere fino in fondo: sicuramente gran parte di loro lo compie quotidianamente, purtroppo, però, i palermitani devono fare i conti anche con chi preferisce frequentare bar e circoli ricreativi invece di impugnare la ramazza e pulire come si deve le strade cittadine”.
“Non mi trovo d’accordo nell’attuare i contratti di solidarietà, perché ci sono diverse soluzioni da prendere in considerazione, senza aggravare ancora le tasche dei cittadini, ma nello stesso tempo non fare pagare i lavoratori che fino ad oggi hanno garantito il servizio lavorando in condizioni disagiate – dice il consigliere Maurizio Lombardo – I lavoratori della Rap sono pronti a fare la loro parte, ma il Sindaco si impegni a trovare le soluzioni indolori per tutti, iniziando col passaggio dei 175 lavoratori ad Amap. Mi sembra inopportuno l’intervento del consigliere Sanlorenzo, che, senza conoscere le possibili soluzioni per trovare i 10 milioni, punta il dito sopra la classe operaia e parli anche lui di contratti di solidarietà”.
“Apprendo su Live Sicilia le dichiarazione del Sindaco Leoluca Orlando in merito alla questione Tares e Rap – dice il consigliere Orazio La Corte – finalmente una presa di posizione netta da parte del Sindaco e non populismo come qualcuno scrive o dichiara. Condivido pienamente che il Sindaco metta al primo punto la sicurezza del posto di lavoro anche a fronte di sacrifici da parte dei lavoratori. Mi auguro che tutto ciò possa essere l’obiettivo di migliorare i servizi nella nostra città considerato che i cittadini non possono più sopportarne la carenza quasi cronica e lo spreco di denaro pubblico. Spero, anche, che la stessa determinazione possa valere anche per la Gesip. Per quanto riguarda le organizzazioni sindacali, è venuto il momento che si assumano le loro responsabilità essendo anche loro colpevoli dello sfascio delle azienda . Spero che le stesse siano determinate a garantire l’occupazione piuttosto che gli interessi di parte”.
“E’ comprensibile che i palermitani siano adirati a causa di un’emergenza rifiuti che non accenna a diminuire, nonostante l’ulteriore sacrificio chiesto ai cittadini di dover pagare una tassa che non garantisce loro un servizio efficiente. Il caso di via Ruffo di Calabria, in zona Baida, è uno dei tanti che, in questi giorni, sono esplosi, soprattutto nelle periferie. E’ pur vero che una parte di cittadini non rispetta le regole e invece di confluire i rifiuti negli appositi cassonetti creano deliberatamente discariche a cielo aperto procurando un danno ambientale e sanitario anche se stessi. Il problema dell’emergenza rifiuti deve essere risolto alla radice. Purtroppo gli auto compattatori e le pale dell’ex Amia sono guasti e non essendo stato stipulato ancora il nuovo contratto di servizio, dando avvio alla RAP, l’amministrazione incontra serie difficoltà a colmare le carenze della raccolta. Come Presidente della IV commissione Igiene e sanità, ho ricevuto numerosissime segnalazioni da parte sia dei consiglieri di circoscrizione che da semplici utenti per intervenire celermente. Chiediamo ai cittadini, ai lavoratori dell’ex Amia di fare squadra comune, in questo momento di grande difficoltà, per cercare di tenere sotto controllo la quantità del conferimento dei rifiuti. Chiederò, in ogni caso, al Sindaco di potenziare il controllo delle aree a rischio, attraverso una maggiore presenza delle forze dell’ordine e l’istallazione di telecamere che scoraggino vandali e piromani dal creare atti che oggi sono perseguibili penalmente. Il Sindaco Orlando e l’amministrazione tutta sta cercando di accelerare i tempi per il passaggio definitivo dell’ex azienda alla nuova società Rap come risoluzione definita all’emergenza rifiuti”. Lo afferma in una nota Giusi Scafidi, Presidente della IV Commissione consiliare Igiene e Sanità e consigliere comunale del Mov 139 a Palazzo delle Aquile.
“La reazione dei dipendenti della Rap alla notizia dell’applicazione dei contratti di solidarietà è comprensibile ma non giustificabile”. Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Palermo, che prosegue: “In questo periodo di profonda crisi economica, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, nessuno escluso. Chi ha la fortuna di avere un lavoro fisso e uno stipendio, deve cercare di conservarlo anche collaborando con l’amministrazione comunale per migliorare la qualità dei servizi ai palermitani. Gli enti pubblici e le aziende collegate, alle prese con una grave crisi di liquidità derivante dal taglio dei fondi statali, non possono più permettersi di pagare stipendi fuori da ogni regola di mercato, con benefit economici che, se in passato potevano essere concessi, ormai non possono più essere garantiti”.