PALERMO – Nessuna scusa. La crisi e tutte le sue conseguenze, con le difficoltà economiche e la disoccupazione, per i palermitani sono soltanto alibi. L’escalation di furti e rapine in città, preoccupano profondamente, soprattutto chi vive e frequenta il centro storico, dove si verificano – in base ai dati raccolti dalle forze dell’ordine fino al primo semestre dell’anno che si sta ormai chiudendo – almeno quattro scippi al giorno. E i dati, starebbero aumentando negativamente. Numeri che si gonfiano, che si materializzano ogni volta che qualcuno intento in una conversazione telefonica, viene derubato del proprio Iphone. Ogni volta che, tornando a casa, un gruppo di giovani viene rapinato a due passi dai monumenti e dai punti nevralgici della storia palermitana. Il centro storico, infatti, sarebbe la zona maggiormente passata al setaccio dai malviventi, pronti a colpire anche in pieno giorno per impossessarsi di merce dal realizzo immediato: vecchi cellulari, smartphone di ultima generazione, collanine d’oro, borse di valore. E i turisti finiti nel mirino negli ultimi mesi ne sanno qualcosa.
La redazione di LiveSicilia ha scelto le email di due lettori per evidenziare l’esasperazione che accomuna molti palermitani. Parole che sottolineano la paura di essere tornati indietro, di essere ancora sul podio delle città in cui si verificano più scippi e rapine. “Palermo è sempre più invivibile – scrive Nicolò -. Siamo ormai abituati a vivere in una città invivibile dal punto di vista del traffico, di servizi inefficienti, di raccolta rifiuti inesistente malgrado imposizioni di imposte da lusso. Negli ultimi anni invece si fa sempre più pressante la situazione ben più pericolosa della Palermo violenta, soprattutto nelle ore serali/notturne e nelle zone decentrate. Ma la cosa che incute più terrore ed incubo è ormai l’escalation di rapine, furti, scippi e violenze che per strada o in casa subisce il cittadino inerte, per lo più anziano. La sera ormai il centro storico è diventato “terra di nessuno” dove vige la legge del branco, del più forte, specie se malauguratamente il tuo percorso si incrocia con personaggi senza nulla da perdere. D’altro canto, la giustizia italiana non funziona, se ti prendono, l’indomani sei già fuori. Se ti ribelli al “fermo” rischi guai seri, se non vuoi farti ledere un diritto, quello della persona e della proprietà dei tuoi beni, devi mettere in conto ben che ti vada, avrai una degenza in ospedale. L’usanza di dire “è la crisi” tra producendo sempre più fenomeni simili. E’ ora di darsi una mossa, o si vogliono le ronde notturne di cittadini ormai stanchi ed allo stremo dove nemmeno più due passi a piedi sono leciti?”.
Ma c’è anche chi, dopo soli quattro mesi all’estero, tornando a Palermo si sente ripiombare in un’atmosfera di pericolo e sconforto. Si tratta di Michele, che racconta una brutta avventura avvenuta i primi di dicembre in via Candelai. Alla redazione di Livesicilia scrive di essere stato aggredito insieme al suo migliore amico. Era tornato in città dopo quattro mesi trascorsi in Francia per l’Erasmus. “Cinque ragazzini, il più grande forse sedici anni – scrive Michele – armati di martelli e mazze minacciano me e il mio amico di “sbattercele ” in testa, se non gli avessimo dato cellulari e soldi. Molto gentilmente hanno acconsentito a rendermi la sim card, li ringrazio. Sono mortificato di essere un palermitano. Lì fuori ho dipinto una Palermo piena di simpatia , allegria , gusti , odori e suoni. Mi sono bastate meno di 12 ore per farmi ripiombare nell’incubo chiamato Palermo”.