PALERMO – “La finanziaria regionale conteneva pochi articoli in favore del mondo produttivo e dello sviluppo. E quel che c’era è stato impugnato dal Commissario dello Stato con la conseguenza di un danno incalcolabile per le imprese”. È quanto sostengono le 11 associazioni di categoria siciliane che fanno parte del Tavolo permanente regionale per la crescita e lo sviluppo (Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop). “Il segnale che ne deriva – aggiungono – è uno solo: ancora una volta le imprese vengono penalizzate con il rischio che vengano fatte scappare le aziende già operanti nell’isola e bloccati gli investimenti futuri”.
La situazione economica è, infatti, disastrosa. In Sicilia il tasso di disoccupazione sfiora il 19% che arriva al 51,3% per i giovani. Nel 2012 il Pil regionale è sceso del 2,7%. I prestiti bancari sono diminuiti dello 0,8% ed è in aumento il numero di imprese non in grado di onorare i prestiti. “Di per sé – dice il coordinatore del Tavolo, Filippo Ribisi – l’economia dell’Isola soffre di una condizione di forte svantaggio strutturale. A questo si aggiunge un silenzio assordante da parte delle istituzioni che inermi sono sedute al capezzale del grande malato. L’impugnativa del Commissario dello Stato ha di fatto comportato conseguenze inaccettabili: i conflitti tra Stato e Regione non possono passare sopra il cadavere delle nostre imprese. Bisogna far arrivare questo grido di allarme al governo nazionale affinché intervenga con una misura straordinaria per evitare che si verifichino ancora delle situazioni in cui le imprese vengano per l’ennesima volta massacrate”.