PALERMO – Due milioni in tre mesi. Tanto ha speso il Cefop, già in amministrazione giudiziaria, e in quei giorni vicino alla vendita a una nuova cordata, tra l’ottobre e il dicembre del 2013. Due milioni di euro. Per un ente gestito da tre commissari e destinatario di ingenti commesse regionali. Solo per la seconda annualità dell’Avviso 20, infatti, all’ente di formazione siciliano andranno circa 17 milioni di euro. Quasi trenta milioni in due anni, dal 2012.
“Ma quelli cui lei fa riferimento non sono fondi regionali”, fanno sapere i commissari Bartolo Antoniolli, Giuseppe Benedetto e Ciro Falanga, nominati dal Tribunale su indicazione del ministero dello Sviluppo economico “e sono regolarmente vidimate e approvate dallo Stato”. Tutto legittimo, quindi. Ci mancherebbe. Ma alcune voci sono quantomeno curiose. Negli ultimi mesi dell’anno, ad esempio, a un solo avvocato, Adolfo Landi sono andati circa 160 mila euro. “Abbiamo in corso – spiega uno dei commissari, Bartolo Antoniolli – centinaia di cause. Vuole che non paghiamo i legali? E le tariffe che abbiamo garantito noi sono di gran lunga al di sotto di quelle previste”. Il legale in questione, a dire il vero, è quello che si aggiudica la fetta nettamente più grossa delle somme destinate agli avvocati. Un compenso a sei cifre. Ma non mancano, in quei tre mesi, altri venticinque-trentamila euro destinati a un altro gruppetto di quattro-cinque professionisti. A “comporre” i due milioni di euro di uscite, poi, ecco anche una serie di ricariche a “carte prepagate” per valori che oscillano tra i 5mila e gli ottomila euro. Le carte sono, appunto, intestate ai Commissari straordinari e al direttore generale Stefano Canzoneri.
Ma tra le spese di quelle settimane, ecco spuntare anche i “soggiorni”. Il commissario Antoniolli, infatti, per per quattro presenza a “Villa Bonocore” avrebbe speso più di 1.500 euro. “Il mio studio professionale è a Milano – spiega Antoniolli – e negli ultimi mesi sono stato costretto a tornare in Sicilia di frequente. Dove vuole che vada a dormire? Sotto un ponte? Anzi, noi avremmo diritto ad alberghi a quattro stelle. Io sono riuscito a trovare sistemazioni molto più economiche rispetto alla media”. A dire il vero, però, ecco tra le spese degli ultimi tempi saltare fuori più di 300 euro per un soggiorno al resort “Magaggiari”, e quasi 3 mila euro per due prenotazioni presso un’agenzia di viaggi palermitana. “Abbiamo sempre operato – precisa l’altro commissario, Giuseppe Benedetto – nel rispetto delle norme e alla luce del sole. Non abbiamo, qunidi nulla da temere”.
Dove l’economia sembra essersi persino capovolta, invece, è altrove. L’ente, in queste ore, sta per essere ceduto a una cordata che potrebbe prelevarlo per una cifra di 10 mila euro. Un’operazione assolutamente trasparente, cui accenneremo tra poco. E che, anzi, è stata ampiamente pubblicizzata. Forse in maniera persino “troppo” ampia. Se è vero che per vendere l’ente a un prezzo di diecimila euro, il Cefop ne ha spesi altrettanti per pubblicare l’avviso di vendita. Già. Diecimila euro – attraverso la società Publikompass, concessionaria del Giornale di Sicilia – sono stati spesi per vendere l’ente a diecimila euro. A dire il vero, il Cefop ne ha spesi altri 7 mila circa per pubblicizzare la stessa vendita attrverso le società “Sole 24ore” e la “Manzoni spa” concessionaria del quotidiano La Repubblica.
Intanto, come detto, il Cefop sta per passare a una cordata che si raccoglierà attorno al Cerf. Un consorzio costituito dall’ente Isas e dall’Anfe regionale. Non a caso, la sede del “nuovo Cerf” coincide con quella dell’Anfe regionale, in via delle Ferrovie. Ma quello che appare, sostanzialmente, come un “trasferimento di ramo d’azienda” dovrà ancora superare gli ultimi ostacoli. Durante un incontro in assessorato Formazione, venerdì mattina, infatti, l’amministrazione regionale si sarebbe riservata di verificare una serie di requisiti (anche morali) dell’ente che deve, di fatto, subentrare al Cefop. E insieme a queste verifiche, si affronterà il tema del personale. Il Cerf infatti si sarebbe reso disponibile all’assorbimento di 408 lavoratori. Il Cefop, che solo tre anni fa vantava mille dipendenti, al momento è composto da 620 lavoratori. I nuovi esuberi, però, saranno, pare, ammortizzati dal transito al Ciapi di Priolo. Sarebbero già oltre 400 infatti le richieste di ex dipendenti Cefop di passare appunto all’ente in house della Regione. Una trattativa, quella in corso, che non sembra rassicurare tutti. “Mentre da ormai quasi 15 giorni i lavoratori del Cefop in amministrazione straordinaria – scrive il sindacato Snals Confsal – partecipano al sit-in permanente sotto la sede dell’Assessorato regionale alla formazione, si apprende che il giudice fallimentare ha respinto l’istanza di fallimento che alcuni legali dei lavoratori avevano presentato. Ovviamente non siamo abituati a commentare le decisioni dei giudici e ci limitiamo a prendere atto. Tuttavia non possiamo non registrare la condizione di impunità di cui sembra godere il Cefop in amministrazione straordinaria ed i suoi amministratori”.
Il sindacato, così, dopo aver passato in rassegna i finanziamenti ricevuti dall’ente in questi anni (12 milioni nel 2012 e altri 17 milioni presto in cassa per la seconda annualità dell’Avviso 20) e ricordando i 350 licenziamenti avvenuti due anni e mezzo fa, punta l’indice contro la procedura di vendita: “E’ stato venduto per 10 mila euro un ente che vale 17 milioni di euro di soli finanziamenti della seconda annualità dell’avviso 20. Vorrebbero vendere al Cerf che è un consorzio di imprese gravemente inadempienti verso i lavoratori. Alla operazione di acquisto del Cefop in amministrazione straordinaria – prosegue il sindacato – l’attuale consorzio Cerf dovrebbe allargare la sua compagine sociale ad altre due aziende romane, pare di area Pd, che tuttavia ad oggi sembrano aleggiare nelle stanze del potere siciliano poiché malgrado gli annunci non ci hanno messo ne soldi ne atti concreti. Cosi come il Cefop nel 2012 per il piano formativo 2011 dunque il Cerf si troverebbe a gestire 17 milioni di euro per appena 5 mesi di corsualità e con soli 400 lavoratori. Sembrano i saldi di fine stagione”.