PALERMO – In quattro hanno patteggiato nell’udienza preliminare che si svolge davanti al gup Cesare Vincenti, in cui 22 persone sono accusate, a vario titolo, di far parte o di aver favorito il clan mafioso del boss latitante Matteo Messina Denaro. A due anni, pena sospesa, è stato condannato Aldo Tonino Di Stefano, mentre hanno avuto un anno e quattro mesi Vincenzo Peruzza, Girolamo Cangialosi e Antonella Montagnini. I primi due erano accusati di trasferimento fraudolento di denaro, Cangialosi di favoreggiamento, Montagnini, vigile urbano nel Comune di Paderno Dugnano (Mi), si sarebbe abusivamente introdotta in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza. Tra gli imputati anche Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del padrino di Castelvetrano che, secondo gli inquirenti, avrebbe retto il mandamento in assenza del fratello con il quale continuava ad avere rapporti nonostante la latitanza. La donna non ha ancora scelto se fare il rito abbreviato o l’ordinario e scioglierà la riserva il 28 marzo assieme a Francesco Guttadauro e Antonino Lo Sciuto.
Hanno scelto il rito abbreviato Lea Cataldo, Lorenzo Cimarosa, Giovanni Faraone, Francesco Lupino, Giuseppe Marino, Mario Messina Denaro, Pinto Rosario e Nicolò Polizzi. Sono stati rinviati a giudizio davanti al Tribunale di Marsala, il 19 maggio, Antonella Agosta, Girolama La Cascia, Michele Mazzara, Giuseppe Pilato, Francesco Spezia, Salvatore Torcivia e Vincenzo Torino. Le indagini sono state condotte dai pm Paolo Guido e Marzia Sabella.
(ANSA).