Caro sindaco, sono palermitano e da 17 anni vivo a Vienna. Tra non molto, Vienna diventerà la mia “prima città”, avendoci vissuto più tempo che a Palermo. Ciononostante, il legame con la mia città d’origine continua a essere fortissimo; e proprio perchè è forte, la sofferenza nel vederla così disperata (senza speranza, appunto), devastata da decenni di cattiva amministrazione e dall’inciviltà, ahimè, di tanti, troppi palermitani, resi “selvaggi” (lo so, il termine è forte ma a mio avviso pertinente) dall’assenza pressochè totale del senso di legalità e del bene comune… la sofferenza, dicevo, è grande.
Palermo è una delle più belle città al mondo; una città che i palermitani dicono d’amare ma che in realtà, in fin dei conti, odiano. Il degrado che si osserva e si annusa in tutta la città, lo si percepisce già arrivando in macchina… da qualsiasi parte si arrivi. Incuria, spazzatura, strade sfossate, mancanza di segnaletica orizzontale, di rispetto delle regole più elementari del traffico.
Lo ammetto, 17 anni di vita viennese mi hanno reso, rispetto a certe problematiche, ancor più intollerante di com’ero durante la mia vita palermitana. Non tolleravo il sacchetto d’immondizia posto ai piedi di un cassonetto semivuoto (incivile bizzaria palermitana che dà la misura del senso del decoro di molti palermitani) figuriamoci le montagne di spazzatura sui marciapiedi, ad invadere le carreggiate.
A questo proposito vorrei raccontarle questa storia. L’estate scorsa arrivo a Punta Raisi con amici austriaci. Volendo far fare subito un giro dei luoghi limitrofi, ci inoltriamo lungo le carreggiata che corre parallelamente all’autostrada per Palermo. Lo “spettacolo” che si è presentato ai nostri occhi (vi lascio immaginare di cosa stia parlando) e, soprattutto, quello che ho provato, non credo che lo scorderò fin che campo. Credo di non essermi mai sentito più umiliato e mortificato in vita mia. Abbiamo invertito il senso di marcia perché la spazzatura aveva invaso la strada ed era impossibile proseguire. Lì per lì avrei voluto semplicemente piangere: proprio come succede ai bambini quando subiscono un’umiliazione. Invece, chissà come, mi è venuto di dire: “amici, tranquilli, stanno girando un film! E’ tutto finto! Se aprite i sacchetti c’è polistirolo!” Hanno riso di gusto. Avevano capito bene ma, da veri amici, hanno riso e sdrammatizzato un momento che per me, lo ripeto, è stato il più mortificante mai capitato nella mia vita. Mentre ero in macchina mi sono detto: “E ora che faccio? Dove vado? Dove li porto? Pensavo questo e pensavo che qualcuno avrebbe dovuto risarcirmi per danni morali.
Il danno d’immagine per Palermo è e resterà irreparabile. Si tornerà a livelli d’igiene meno angoscianti ed i cittadini di Palermo, di fronte al sacchetto buttato fuori dal cassonetto, alle strade sporche, agli spazi pubblici devastati, ai parchi (penso alla Favorita…Cosa sarebbe in mano ai viennesi!!) deturpati, diranno: “Beh, tutto sommato, qualche tempo fa stavamo peggio. Ora mi sembra quasi un paradiso.
Riusciremo mai a costruire una città…normale? Non dico con la qualità della vita viennese, ma normale. Una città dove la gente possa avere un futuro, possa dare sfogo alla sua creatività ed imprenditorialità senza essere costretta a pagare il pizzo. Una città dove non dover passare la metà del proprio tempo imbottigliato nel traffico ma con l’alternativa di mezzi pubblici puntuali ed efficienti. Una città dove portare i propri figli al parco o in bicicletta, oppure a passeggio per le vie del centro storico più grande e devastato d’europa, miracolosamente trasformato in un salotto aperto esclusivamente ai pedoni. Una città dove non si sia costretti a rimanere reclusi in casa con le finestre sigillate a causa del tanfo nauseabondo proveniente dalla montagna di rifiuti sotto casa. Una città dove se c’è uno che getta un pacchetto di sigarette o una lattina vuota a terra, ci sia un vigile che lo prenda per le orecchie e gli faccia 100 euro di multa (qui a Vienna per una cicca di sigaretta gettata a terra – essendoci un po’ ovunque per strada contenitori per la spazzatura con annesso posacenere – ti fanno 60 euro di multa).
Questa sarebbe una città normale. Ma visto che sono un sognatore, caro sindaco, le chiedo altri cinque minuti del suo tempo e la invito a sognare con me. Sogno una città dove il sindaco un giorno si svegli e, come illuminato da Dio, inizi a concepire il proprio lavoro come una vera e propria missione. E allora si sentirà investito da forze sovrumane e sarà invaso da mille idee, alcune semplici, altre rivoluzionarie.
Comincerà a riflettere su un piano dettagliato per interventi a 360 gradi su Palermo e…sui palermitani. Le prime idee se le vorrà far venire sorseggiando un buon caffè e per questo si recherà al Bar Mazzara…”Ma com’è? Su in ferie?”, si dirà in dialetto palermitano trovandolo chiuso. Deluso e pensieroso, attraverserà Via Ruggiero VII (va bene, Settimo, ndr) rischiando di essere investito sulle strisce pedonali. Non imprecherà ma rifletterà. Penserà ed immaginerà. Giunto all’angolo con via Cavour si fermerà e si volterà indietro a guardare via Ruggiero VII e continuerà a pensare. Poi si metterà a guardare Piazza Massimo ed il Teatro, e continuerà a pensare. “Ma si, certo!” esclamerà. Farò una grande zona pedonale che abbia ai suoi estremi i due teatri più importanti della città. Una zona esclusivamente pedonale e ciclabile che partirà da piazza Politeama per giungere sino a piazza Verdi. Via Ruggiero VII la trasformerò in una Galleria: come la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Le automobili? Già…le automobili che percorso faranno per andare verso il porto e verso la stazione centrale? Bisognerà parlarne con i tecnici…
Andando a piedi verso Palazzo delle Aquile sarà letteralmente investito da una zaffata di fetore insopportabile proveniente da…Nooo dalla Chiesa Martorana nooo!! E invece si! Una montagna di rifiuti fotografata da spietati turisti senza cuore ma con tanto buon umore visto che resistono alla voglia di scappare da Palermo. Vermiglio in faccia per la vergogna, gli verrà in mente un’idea: quella di organizzare 3 incontri: il primo con i lavoratori dell’azienda per lo smaltimento dei rifiuti; il secondo con i palermitani (tutti); il terzo con i vigili (tutti). Ai primi farà un lungo discorso incentrato sul senso di responsabilità e di attaccamento al proprio posto di lavoro, riassumibile alla fine nelle seguenti quattro parole: CHI SBAGLIA SARA’ LICENZIATO! Ai secondi, ai palermitani, dirà nelle forme che riterrà più efficaci, che inizierà la raccolta differenziata e che sarà stabilito un piano degli orari entro i quali sarà consentito gettare la spazzatura. Il mancato rispetto di queste disposizioni comporterà multe da 500 a 1000 euro. Al contrario, il rispetto di queste disposizioni, porterà al dimezzamento della tassa sui rifiuti. Ai terzi, ai vigili…stesso discorso fatto agli operatori ecologici: meno chiacchiere e passeggiate rilassate per le vie, con sosta puntuale al bar, e più attenzione e fermezza nel far rispettare la legge. Anche qui: attaccamento al posto di lavoro perché chi sbaglia paga.
L’economia della città; che iniziative intraprendere per dare qualche speranza ai palermitani? Cosa fare? Dove intervenire? Il sindaco di Palermo saprà benissimo che tutto dovrà innanzitutto passare per una lotta senza quartiere alla mafia. Saprà che questo dipenderà più da Roma che da Palermo. Ma lui, come sindaco, concretamente cosa potrà fare? Certamente molto per combattere la mentalità mafiosa. E allora, per prima cosa: coinvolgerà famiglie e scuole per inculcare a tutti, sin dai primi anni, la cultura dell’anti-mafia. Si batterà per stabilire dei programmi scolastici che prevedano delle lezioni sull’anti-mafia, che raccontino la storia delle stragi mafiose, la storia dei giudici e dei poliziotti che l’hanno combattuta, facendo vedere immagini etc, come succede per l’olocausto.
Parallelamente saprà dare respiro all’economia percorrendo tre direttive volte al recupero di risorse, e cioè: 1) la lotta contro gli sprechi e gli assistenzialismi; 2) la ricerca di investimenti stranieri e 3) il massimo sfruttamento delle risorse messe a disposizione dell’Unione Europea. Nel primo caso, non saprà neanche lui da dove iniziare. Nel secondo caso, metterà a punto un piano dettagliato per creare le condizioni che convinceranno investitori stranieri a scommettere su Palermo. Nel terzo caso, utilizzerà i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per: 1) Riqualificazione del centro storico; 2) Ammodermanento secondo standard europei di stazioni ferroviarie, porto ed aeroporto; 3) Messa a punto di un piano di infrastrutture, di servizi e di collegamenti adeguati.
Per il centro storico il sindaco di Palermo avrà le idee chiarissime: oltre al recupero di palazzi, chiese e piazze, creerà ampie zone pedonali, costruirà parcheggi sotterranei e ridurrà drasticamente la possibilità di parcheggi lungo le vie del centro che saranno più agevolmente percorribili utilizzando tram, metropolitana e biciclette. I commercianti si lamenteranno? A loro spiegherà, dati alla mano, che le attività commerciali che si affacciano sulle zone pedonali di qualsiasi città europea sono quelle che fatturano in assoluto di più. Se lo capiscono bene, se non lo capiscono…lo capiranno. E allora, come d’incanto, nascerà il centro storico più vasto, bello, vivibile del pianeta. I palermitani e le centinaia di migliaia di turisti passeggeranno per le strade e le piazze e sentiranno soltanto il rumore delle posate e dei bicchieri dei tanti locali che come per magia apriranno uno accanto all’altro. Sentiranno il suono dell’acqua delle fontane e delle voci dei bambini che giocano tranquilli. I turisti alloggeranno in alberghi e pensioni che come funghi spunteranno per venire incontro all’esplosione di richieste di camere. Riempiranno i “Riad” che, come a Marrakech, tanti lungimiranti imprenditori avranno costruito ristrutturando e riadattando vecchi cortili e palazzi del centro storico…
Già, i turisti. Denaro contante che va nelle tasche dei palermitani e dell’amministrazione. Le bellezze di Palermo, la sua storia ed architettura, faranno il giro del mondo attraverso una promozione adeguata. Milioni di turisti, attratti da queste straordinarie bellezze, dalla cultura e dall’arte, dalle infrastrutture ricettive, dai parchi, dal cibo, dalla vita notturna arriveranno da ogni angolo del mondo atterrando nell’aeroporto più grande del Mediterraneo, oppure arrivando in nave in un porto dal quale chi sbarcherà in auto e vorrà proseguire verso altre destinazioni, lo potrà fare evitando di entrare nel cuore della città ma attraverso percorsi celeri che porteranno agli imbocchi autostradali; chi sbarcherà a piedi, troverà zone pedonali che collegheranno il porto al centro storico. Il sindaco di Palermo sta trasformando i sogni suoi e di molti palermitani in realtà.
Il sindaco di Palermo sta mantenendo fede alla sua missione. Ma c’è ancora tantissimo da fare. Bisognerà letteralmente rivoluzionare la viabilità cittadina, in primis attraverso la costruzione di una circonvallazione esterna che colleghi la Palermo-Catania direttamente alla Palermo-Mazara del Vallo. In secundis, sottraendo asfalto alle automobili a vantaggio dei tram, della metropolitana e delle biciclette. E poi, il suo chiodo fisso: aree pedonali, piste ciclabili e verde, tantissimo verde.
Sogna, il sindaco di Palermo. Sogna un percorso ciclabile e pedonabile che colleghi Trabia a Terrasini. Un unico, immenso e straordinario lungomare che attraversa i paesini lungo un litorale lungo 70 km. Sogna, il sindaco di Palermo. Sogna la riqualificazione del più grande parco cittadino del mondo: il parco della Favorita. Quello del parco della Favorita l’avverte proprio come una questione di vita o di morte. Vuole giocarsi la faccia. Immagina un parco accessibile soltanto in bicicletta, a piedi o in tram. Una linea che colleghi Mondello al centro e che passi dal parco della Favorita. Tanto è grande quel parco che vorrà realizzare 3 fermate: Favorita Nord, Favorita Centro e Favorita Sud. Si esalta il sindaco di Palermo mentre immagina il nuovo parco della Favorita. Ristrutturerà ed amplierà l’ostello della gioventù vicino al campo ostacoli ed organizzerà per tutto l’anno colonie giovanili e di boy scouts che avranno anche il compito di curare e vigilare il parco. Farà costruire una funivia che colleghi il parco con il santuario di Santa Rosalia. Che panorama fantastico, penserà ora il sindaco trovandosi idealmente al belvedere di Monte Pellegrino. Guarderà a destra verso l’Addaura, a sinistra verso il golfo di Mondello e poi ancora a sinistra verso lo Zen. Dio mio, che disastro! Che orrore! Che vergogna!, si dirà tra sé. Rimarrà pensieroso ad osservare quella zona di Palermo famosa in tutt’Italia per il suo degrado. E mentre guarderà, la sua fantasia lo porterà ad immaginare un esercito di ruspe pronte a radere al suolo quell’agglomerato immondo di cemento. Al suo posto vedrà un centro direzionale e congressuale dove raggruppare i vari assessorati ed uffici pubblici così che i palermitani, quando vorranno un certificato o pagare le loro tasse, non dovranno più andare da un capo all’altro della città ma potranno trovare tutto in un unico luogo. E che centro direzionale. Il CEDIP (Centro Direzionale Palermo Nord), con i suoi grattacieli, i suoi giardini e le sue ampie piazze, sarà collegato in maniera impeccabile tramite metropolitana e tram col resto della città. Tramite ampi raccordi stradali, sarà immediatamente raggiungibile dalla circonvallazione. Che bello. Che cosa fantastica! Dal belvedere di Monte Pellegrino dove starà immaginando tutto questo, una forza soprannaturale lo farà volare, come Ralph Supermaxieroe, ed atterrare (facendo ripetute capriole, perché sempre in questo modo atterrava Ralph Supermaxieroe), sulla terrazza panoramica di uno dei grattacieli del CEDIP. Dopo essersi ricomposto, si avvicinerà al parapetto in vetro, vi si appoggerà e prenderà ad ammirare il panorama tutt’intorno. Lo sguardo ad un certo punto cadrà sul velodromo costruito nel 1997, uno stadio che, come molti degli impianti sportivi cittadini costruiti in occasione delle Universiadi, è in stato di abbandono.
Guardando il velodromo, gli si rabbuierà per qualche istante il volto pensando ad una sua amicizia più mediatica che reale: quella col presidente del Palermo Maurizio Zamparini. Lui, Zamparini, dice di voler costruire il nuovo stadio di Palermo al posto del velodromo e, tanto lo vuole, che ne ha già presentato all’amministrazione comunale (e, attraverso una splendida animazione tridimensionale, a tutta l’Italia) il progetto. I tifosi rosanero sono in fibrillazione. Aspettano da quasi due anni che la burocrazia la smetta di ostacolare la posa della prima pietra (e poi di tutte le altre) per la costruzione della “RosArena” (attenzione: nome registrato). Il sindaco di Palermo, sempre affacciato dalla terrazza del grattacielo tutto specchi del CEDIP, troverà quell’aria fresca e quel silenzio, adatto ad una seria riflessione sul problema del Nuovo Stadio di Palermo. Da quando è diventato sindaco ha rilasciato dichiarazioni ambigue a tal proposito. Sa bene di non avere detto chiaramente quale sia il vero ostacolo alla costruzione dello stadio. L’imprenditore Zamparini forse vorrà far convergere in un unico progetto la costruzione dello Stadio e le annesse infrastrutture tra le quali appartamenti, negozi e centri commerciali? E già…E’ proprio così. Il sindaco di Palermo, appoggiato adesso di spalle al parapetto della terrazza, penserà che la costruzione del nuovo stadio di Palermo porterebbe con sé il rischio di speculazioni che lui, come Sindaco, non potrebbe mai avallare.
All’improvviso però, dal profondo del subconscio, o meglio, dal suo conscio volutamente rimosso, un pensiero salirà su sino a dargli un leggero capogiro: “Palermo, mia amata Palermo…”, si dirà sconsolato; “Non c’è quartiere di te che non sia cresciuto sulla speculazione edilizia. Ti hanno violentata e saccheggiata selvaggiamente per un secolo, attraverso la costruzione di obbrobri di mafia costruiti con la complicità di un mio predecessore organico a Cosa Nostra. E allora si dirà: è davvero speculazione quella che si lega alla costruzione di un’ infrastruttura sportiva all’avanguardia? “Siamo seri…”, si dirà sorridendo. E mentre se lo dirà, rivoltandosi a guardare giù verso il velodromo, immaginerà uno stadio, gremito in ogni suo angolo, esplodere per un gol in mezza rovesciata di Paulo Dybala, decisivo per l’assegnazione del primo scudetto della storia rosanero.
Sogna il sindaco di Palermo.
Sogno io.
Sognano i palermitani perbene.
In bocca al lupo, mia disperata città.
In bocca al lupo sindaco Orlando.