PALERMO – Chiude sotto i colpi della crisi la storica gioielleria Fiorentino, tra i protagonisti del mercato del lusso sin dalla sua nascita, nel 1890, oltre che punto di riferimento per i palermitani. Centoventiquattro anni di tradizione a cui, con ogni probabilità, verrà messo un punto a luglio. L’azienda ha reso noto ai sindacati la decisione di liquidare la società e cessare l’attività commerciale nei due punti vendita di via Libertà – in pieno salotto cittadino – e via Roma. Chiuso poco tempo prima invece il negozio di Trapani. Nonostante la crisi finora la Emanuele Fiorentino spa ha resistito, tra voci di chiusura, smentite e riprese, ricorrendo alla cassa integrazione per i lavoratori. Adesso invece arriva l’annuncio della liquidazione. “Il mercato sta attraversando un periodo nero – lapidarie le parole di Alfredo Fiorentino, il titolare -. La liquidazione ci è sembrata la strada più giusta, l’unica percorribile”.
Dopo la chiusura del bar Mazzara costretto a licenziare 32 dipendenti, tocca adesso alla società leader nella vendita di gioielli iniziare la campagna di liquidazione della merce e avviare le procedure di licenziamento collettivo di tutto il personale, 23 impiegati compreso l’amministratore delegato. L’intero procedimento dovrà concludersi in 45 giorni, l’ultimo giorno di apertura al pubblico dovrebbe essere il 30 giugno e così chi si troverà a passare tra le vie del centro cittadino potrebbe trovare dal 1 luglio le saracinesche abbassate.
Due le ipotesi al vaglio, quella di mantenere una piccola quota delle azioni Fiorentino dentro una nuova società – dalle prime indiscrezioni emerge la presenza di un’azienda di alta moda disposta a immettere capitali freschi per far sbarcare in città una importante griffe del mondo del lusso – e quella di cessazione definitiva delle quote. In entrambi i casi Fiorentino lascerebbe comunque la “scena”.
Il futuro dei 23 dipendenti sembra così essere appeso a un filo. “I lavoratori sono stati messi al corrente ieri della procedura in atto – spiega Monja Caiolo, segretario provinciale della Filcams Cgil – l’amministratore delegato ha indetto una riunione e invitato i dipendenti a produrre dei curricula per farli avere alla nuova compagine societaria. Questa, però, ovviamente non può essere una soluzione appropriata – prosegue la Caiolo -. Ci sono troppe incognite in questa vicenda, abbiamo chiesto un incontro urgente all’azienda per fare luce sul percorso che intendono intraprendere e all’assessorato alle Attività Produttive. La convocazione dovrebbe arrivare la prossima settimana”. Il nodo da sciogliere è quello del passaggio o meno di licenza a un nuovo marchio. “I lavoratori sono legati alla licenza – dice -, e se c’è un passaggio di licenza dovrebbero passare direttamente alla nuova società. Chiederemo a Fiorentino di metterci in contatto in tempi celeri con il nuovo soggetto imprenditoriale, al quale chiederemo la garanzia dei livelli occupazionali”.