PALERMO – “Basta tergiversare, introdurre subito il tetto agli stipendi del personale dell’Assemblea regionale. Sento parlare di una ipotesti di 240mila euro lordi, ma la soglia massima deve essere uguale a quella che abbiamo introdotto per la burocrazia della Regione: cioè 160mila euro”. Lo dice all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta. “L’Assemblea ha già approvato il tetto per i burocrati della Regione qualche giorno fa – sottolinea Crocetta – Dunque, il Consiglio di presidenza dell’Ars, organismo dello stesso Parlamento che ha già legiferato, deve equiparare il tetto dei dipendenti a quello dei regionali. La gente altrimenti non capirebbe un doppio trattamento”.
Il governatore aggiunge: “Finiamola, una volta e per tutte: il Parlamento siciliano non può continuare a essere l’isola dei privilegi, questo messaggio sarebbe devastante in una situazione difficile per i conti pubblici della Regione, frutto di una pesante eredità del passato; dobbiamo pensare ai poveri, ai cittadini che hanno difficoltà”.
Non solo un tetto agli stipendi d’oro, ancora da quantificare, ma anche riduzioni per ogni singola fascia del personale dell’Assemblea, ipotesi quest’ultima che sta creando non poche tensioni tra le varie categorie di dipendenti, impegnati nella delicata partita sulla spending review dell’amministrazione dell’Assemblea regionale.
Ufficialmente, il questore Paolo Ruggirello, delegato a trattare dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, non ha formalizzato la proposta durante l’ultimo incontro con i sindacati, probabilmente lo farà martedì prossimo, quando le parti torneranno al tavolo delle trattative. Se gli alti burocrati aspettano di capire quale tetto agli stipendi sarà proposto dal delegato, le fasce più basse, dai coadiutori agli assistenti parlamentari, temono tagli alle loro retribuzioni o l’introduzione anche per loro di una sorta di soglia massima.
Alcune sigle, se passasse il principio del tetto massimo, potrebbero controproporre anche un tetto minimo. Al momento, la Presidenza sarebbe indirizzata verso una soglia massima di 240 mila euro lordi all’anno, limite che il decreto Renzi ha imposto ai dipendenti dello Stato; ciò nel rispetto dell’articolo 14 dello Statuto speciale. C’è però chi, come il governatore Rosario Crocetta, preme per l’equiparazione degli stipendi dell’Assemblea a quelli del personale della Regione, dunque con un tetto di 160 mila euro, approvato nei giorni scorsi dall’Ars. Nei corridoi del Palazzo si parla invece di 300 mila euro come di una cifra, sussurrata informalmente da alcune sigle sindacali, che potrebbe rendere meno indolore la spending review. La questione, insomma, è aperta. E tra le sigle sindacali c’è chi, di fronte a un aut aut, sarebbe pronto a rimettere in discussione le intese, già raggiunte nei mesi scorsi ma ancora non firmate, sulle regole e sull’orario di lavoro del personale dell’Ars.