PALERMO – Da Roma arriva un primo via libera alla nuova Cig per la Gesip. Il capo di gabinetto del ministro Poletti, Luigi Caso, ha infatti scritto al sindaco Orlando per assicurare che, con il co-finanziamento al 50% della misura da parte di Palazzo delle Aquile, non sarà un problema estendere l’ammortizzatore sociale per più di due mesi.
C’era il dubbio, infatti, che il governo concedesse nuova Cig in deroga solo per luglio e agosto. “I criteri di concessione di Cig e mobilità in deroga – scrive Caso – ancora in via di definizione, rispondono alla necessità di conciliare l’utilizzo di tali strumenti con il rispetto degli equilibri di finanza pubblica imposti dagli accordi europei. In tal senso, la peculiarità della situazione, caratterizzata dalla partecipazione al 50% del comune di Palermo al finanziamento del trattamento Cig riconosciuto ai lavoratori delle due società, appare, per la sua specificità, idonea a consentire il rispetto di tali equilibri anche in deroga ai limiti temporali che dovessero eventualmente essere posti, in via generale, alla misura stessa”.
Nei prossimi giorni il ministero chiarirà le idee sulla Cig in deroga per tutta Italia, ma la nota fa intanto tirare un sospiro di sollievo a Orlando che potrà così richiederne altra per ulteriori sei mesi, almeno fino a fine anno. E sarà con questa novità che mercoledì mattina alle 9, a Palazzo Galletti, il sindaco incontrerà i sindacati a cui però il piano di Palazzo delle Aquile non piace granché. “Si e’ superato il rischio paventato di Cassa integrazione in deroga soltanto per due mesi (luglio e agosto) e messa in sicurezza (grazie al contributo finanziario del Comune) la cassa integrazione in deroga sino al 31 dicembre, ponendo basi per il ritorno al lavoro dei lavoratori Gesip e per avviare piano organico di svuotamento del bacino, che sarà oggetto di accordo nell’incontro convocato giorno 16”, si legge in una nota del Comune.
I lavoratori, attualmente, sono 1.730, o almeno così si legge nella bozza del Comune, da cui va scomputato il centinaio che ha aderito all’esodo incentivato. Il rimanente dovrebbe in parte essere ricollocato nelle altre aziende (ovvero 950 unità) entro il 30 novembre mediante l’internalizzazione o l‘assegnazione di nuovi servizi, mentre la restante parte dovrebbe rimanere in cassa integrazione al netto di coloro che andranno in pensione. Un piano che però ha anche alcune incognite, visto che la condivisione dei sindacati è la condizione necessaria perché la Regione accordi altri sei mesi di Cig in deroga (cinque per i 950) e, senza nuovi ammortizzatori sociali, sarebbe impossibile applicarlo. Ma il piano prevede ancora Cig l’anno prossimo, fino ad esaurire completamente il bacino.
Il Comune calcola che nelle aziende ci siano, al momento, almeno 700 esuberi e per questo serve un turn over per poter assorbire i 950 Gesip, il cui personale tutto è dal primo settembre 2012 in Cig svolgendo 20 ore settimanali di lavori socialmente utili. Palazzo delle Aquile calcola di poter contare, in bilancio, su 25 milioni di euro strutturali (anche se nessuna cifra appare nella bozza) e di poter sfruttare la Cig per una formazione in affiancamento e dopo il confronto con i sindacati delle singole categorie.
Uno dei problemi però è la differenza dei contratti: se circa 300 andrebbero in Costruzioni Industriali con il contratto multiservizi a 40 ore, gli altri dovrebbero adattarsi ai contratti in vigore nelle altre aziende che sono assai più costosi. L’accordo verbale con i sindacati prevede che il lavoratore percepisca la stessa indennità di Gesip e quindi le ore varierebbero a seconda della società. Il prospetto prevede che i 950 dipendenti siano così suddivisi: 2 in Amg per la certificazione energetica degli edifici comunali; 2 in Sispi a 20 ore per l’internalizzazione del servizio di pulizia; in Amat 130 diverrebbero autisti a 20 ore, 50 ausiliari del traffico a 20 ore, 118 addetti a pulizia e lavaggio a 20 ore e 20 amministrativi a 20 ore; Rap si farebbe carico di 320 dipendenti a 20 ore per pulizia spiagge, diserbo, Favorita e parchi; Amap ne riceverebbe 40 a 20 ore per il verde e le pulizie, 12 a 20 ore per la manutenzione di sede e impianti e 48 a tempo parziale per la manutenzione delle fontanelle e degli impianti di irrigazione.
Un ricorso al part-time reso, secondo l’amministrazione, necessario dall’esiguità di risorse e che consentirebbe ai lavoratori di percepire almeno 600 euro o qualcosa di più oltre agli assegni familiari (ma per questo sarebbero necessarie almeno 24 ore settimanali). Qualcosa che è ben lontano dal ritorno a pieno regime auspicato dai sindacati. Il Comune propone anche una cabina di regia che sovrintenda al processo.
“Abbiamo ricevuto la bozza di ipotesi di accordo quadro – dice Maurizio Calà della Cgil – ma ci sono alcune cose che sono sicuramente poco chiare, come per esempio quanti soldi ci sono e chi finanzia l’operazione. Svuotare il bacino delle partecipate, secondo quanto ci era stato detto, era compito del Comune anche da un punto di vista finanziario, dal momento che le aziende non sono in grado di farlo da sole. Amat non paga gli stipendi regolarmente, Rap è in difficoltà, quindi dobbiamo capire quanti soldi ci sono a disposizione per far transitare i lavoratori. Poi bisogna capire di quante ore saranno i contratti dei lavoratori, per non parlare del fatto che ognuna di queste aziende ha contratti diversi e si pone un problema di giustizia: non è ammissibile una corsa ad accaparrarsi il miglior posto di lavoro, una guerra fra poveri, si deve attuare la mobilità con la stessa condizione economica. E inoltre leggiamo di 700 esuberi: non possiamo sottoscrivere numeri così generici. Dobbiamo evitare di sfasciare le altre partecipate: o questa rappresenta una grande occasione di riordino delle aziende o sarà un fallimento per i cittadini. Dobbiamo partire da quali servizi dare alla città e da come finanziarli, basandoci sul bilancio: le partecipate sono state la peggiore spartizione della politica degli ultimi anni e le vicende che abbiamo sotto gli occhi ne sono una prova con tutte le conseguenze per i palermitani. Al sacrificio che si chiede alla città bisogna rispondere con aziende efficaci, i palermitani devono sapere che stanno pagando le tasse per un sistema di servizi che funziona. Chiediamo un confronto con l’amministrazione partendo però da una discussione di questa natura, se fosse l’ennesima operazione tampone per prendere qualche altro mese di Cig e rinviare il problema sarebbe pericoloso. Sappiamo bene come andrà a finire la Cig in deroga, o troviamo una soluzione per la Gesip o avremo danni sociali rilevanti”.
“L’accordo quadro proposto dal sindaco così non va bene – dicono Cisal, Ugl, Alba e Usb – abbiamo apportato alcune modifiche che sono fondamentalmente quelle dette al tavolo. Attendiamo con ansia la convocazione, l’incontro sarà necessario per ridare serenità ai lavoratori e rimettere in moto i servizi”. I sindacati autonomi e l’Ugl hanno messo per iscritto i propri rilievi che vanno dalle modalità di trasferimento alle altre aziende al confronto con le organizzazione di categoria, che invece vorrebbero avvenisse con le segreterie confederali, passando per la distribuzione nelle aziende di coloro che hanno in Gesip i requisiti per il prepensionamento secondo l’articolo 4 della riforma Fornero. Ma le organizzazioni chiedono entro il 30 luglio anche criteri certi per la mobilità orizzontale e impegni precisi sui pensionamenti. Entro il 2017, infatti, dovrebbero essere 1209 ad andare a riposo: 146 sono già andati nel 2013, 205 nel 2014, 256 nel 2015, 233 nel 2016 e 369 nel 2017. Numeri che si riferiscono non solo al Comune ma anche a tutte le aziende. Nel complesso, da qui al 2017, i comunali scenderanno di 617 unità, il Coime di 228, Amat di 32, Amg di 21, Amap di 66, Amia Essemme e Amia di 52 e 146.