CALTANISSETTA – La fine della strategia della sommersione di Cosa nostra passa da Caltanissetta. Peggio: passa dalla “crescente insofferenza delle organizzazioni mafiose verso l’azione di contrasto posta in essere dai corpi istituzionali e nei riguardi dell’impegno legalitari di cui sono protagonisti settori della società civile e segnatamente la locale Confindustria”. L’allarme lanciato ieri dalla Direzione investigativa antimafia con la relazione semestrale al Parlamento punta i riflettori sui rischi corsi dall’organizzazione degli industriale nella sua attività di contrasto alla criminalità organizzata: gli investigatori, in particolare, temono le “azioni intimidatorie in danno dei soggetti più in vista dell’associazionismo”, che ritengono un sintomo dell’abbandono della “strategia dell’inabissamento finora adottata” e “sono oggetto di particolare attenzione da parte degli organi investigativi e giudiziari al fine di verificare quali siano le finalità perseguite”.
A fare da supporto all’analisi della Dia, i dati dei delitti commessi nel secondo semestre 2013. Sebbene siano in calo, i danneggiamenti fanno la parte del leone: stando ai dati del ministero dell’Interno, sono più della metà di tutti i reati commessi in provincia di Caltanissetta, Segno, secondo la Direzione investigativa antimafia, di una rinnovata attenzione della criminalità nei confronti degli imprenditori, che proprio da Caltanissetta hanno avviato la rivolta anti-racket.
Per la Dia, comunque, “Cosa nostra è tuttora alla ricerca di nuovi equilibri e appare protesa a recuperare il proprio predominio sul territorio”. Una situazione che di fatto, secondo la relazione, frena la pericolosità di Cosa nostra: “La mancanza di una leadership nella pienezza dei poteri – si legge nel documento – impedisce la definizione di strategie operative di vasto respiro e fa sì che l’organizzazione sia ancora più influenzata dalle direttive provenienti dalle direttive provenienti da capi detenuti e latitanti”.
La relazione semestrale presentata al Parlamento. Un boom di danneggiamenti. La preoccupazione degli investigatori.
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