PALERMO – Slitta di una settimana la delibera del Forum. Sala delle Lapidi, riunitasi ieri e oggi, è riuscita solo a prelevare l’atto che consentirà la riapposizione dei vincoli per l’esproprio e la realizzazione, da parte della Multi Veste Italy (proprietaria del centro commerciale di Roccella), dei lavori di urbanizzazione del secondo lotto che comprendono, oltre a verde e parcheggi, anche l’allargamento della via Chiaravelli e il prolungamento della strada Funnuta. Una delibera non condivisa dall’amministrazione, che invece vorrebbe trovare un accordo con la società per la realizzazione delle bretelle autostradali di Brancaccio rivedendo anche la convenzione.
Sta di fatto, però, che dell’atto si parlerà solo la prossima settimana. Il consiglio ha convocato gli uffici solo ieri sera e questi, stamattina, sono arrivati a seduta già chiusa perché impegnati altrove. “Si è trattato di un incidente di percorso, quando il consiglio comunale convoca un assessore e un dirigente questi devono essere presenti o, in loro assenza, mandare qualcuno – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – mi sembra che questo non sia avvenuto, lo devo considerare come un incidente da chiudere qui, ma la delibera in questione deve essere esitata la prossima settimana. Non si può più aspettare: invito il vicesindaco e il Mov139 a mettersi d’accordo sulla delibera. Credo che l’Aula voglia esitare la delibera. Non è possibile modificare la convenzione, perché non verrebbero rispettati alcuni standard come quello del verde”. “Noi in commissione abbiamo dato parere favorevole all’apposizione dei vincoli, la delibera va approvata ma, se viene confermato da parte dell’amministrazione che le disponibilità economiche per entrambe le bretelle non ci sono, visto quando detto dell’azienda e che il parcheggio non è indispensabile e ha tanto di parere negativo dell’Anas, non facciamo il parcheggio lato monte e realizziamo almeno le bretelle sud”, dice il presidente della Seconda commissione Paolo Caracausi.
Per realizzare le bretelle autostradali, incompiute da vent’anni, servirebbero 3,5 milioni di euro di cui solo 2,5 coperti dalla Regione: ne manca all’appello uno che l’amministrazione non sa da dove prendere. “L’atto necessita di un approfondimento sotto alcuni profili – dice Nadia Spallitta del Mov139 – in primo luogo non è chiaro come sia possibile che ancora, ad oggi, in presenza di un centro commerciale pienamente funzionante, non siano state realizzate le urbanizzazioni primarie che normalmente rappresentano opere indispensabili per un’attività produttiva ed a cosa siano dovuti questi ritardi, se si considera che la delibera di approvazione del progetto dell’insediamento produttivo è del 2006; in secondo luogo, è ovvio che eventuali oneri aggiuntivi non possono gravare sull’amministrazione comunale. A ciò si aggiunge il trascorrere del tempo che determina un aumento dei costi delle opere e delle espropriazioni, in relazione ai quali potrebbero anche ravvisarsi profili di danno all’erario. Infine, a mio avviso deve essere chiarito il quadro dei rapporti tra le urbanizzazioni che sono state già scomputate (e quindi detratte) dagli oneri di urbanizzazione, pur in mancanza della loro realizzazione. Da ultimo, deve essere fatta chiarezza sul sistema di opere e urbanizzazioni che con questo provvedimento saranno autorizzati, dal momento che l’oggetto dell’atto è la riapprovazione del progetto definitivo. L’atto, pertanto, necessita di una verifica e deve essere eventualmente integrato in modo tale da salvaguardare la pubblica amministrazione”.
L’azienda si è detta disponibile a rinunciare a parte delle opere del secondo lotto, partecipando alla costruzione delle bretelle, ma su questo nemmeno in consiglio c’è condivisione. “La stagione dei grandi centri commerciali realizzati a Palermo non è stato un buon affare per la città – dice Rosario Filoramo del Pd – dal 2006 ad oggi, anno di avvio delle procedure e di approvazione delle prime delibera da parte del Consiglio Comunale di allora, nessuno di quegli atti porta il mio voto positivo, non si è riusciti a fare chiarezza sull’interesse pubblico previsto dalle convezioni stipulate. L’interesse privato sin da allora è stato molto chiaro: plusvalenze sulle aree, opere edili pesanti ed invasive ma certamente remunerative per chi le ha realizzate, di contro la scomparsa aree verdi libere e di tante attività di vicinato con relativa perdita di posti di lavoro. Quale fosse l’interesse pubblico ancora non mi è chiaro. Ecco perché sono convinto che l’occasione della trattazione della delibera sui vincoli all’esproprio nell’area del centro commerciale Roccella debba essere utilizzata per confermare la prevalenza dell’interesse pubblico previsto nelle convenzioni ( almeno ciò che è previsto). Tutte le opere di urbanizzazione devono essere completate, parlare di opere nuove senza completare quelle previste è svantaggioso per la città, integrazioni e collaborazioni tra pubblico e privato potranno essere trattate in altra sede. Tornando al completamento delle opere chiedo che vengano verificati tutti gli atti di consegna di opere al Comune , mi riferisco questa volta, per esempio, alla rotonda di accesso al Centro Conca D’Oro in viale Scalea, che favorisce solo l’accesso al centro delle auto provenienti da viale Strasburgo mentre nell’altro senso di marcia è estremamente pericolosa essendo geometricamente una tangente: mi riferisco al Centro di municipalità consegnato in ritardo al Comune rispetto alla data di apertura del centro commerciale e ancora non funzionante. Quanto ci stiamo rimettendo economicamente, visto che il periodo di concessione gratuita al Comune è di soli dieci anni, oppure qualcuno immagina restituzione del bene a fini commerciali in favore di una multinazionale del settore merceologico sportivo?”.