PALERMO – Per un giorno sulle barricate ci sono gli imprenditori. Accade in Sicilia, dove le associazioni di categoria oggi hanno organizzato un sit-in di protesta davanti all’assessorato regionale all’Economia. Oggetto del contendere le recriminazioni del mondo imprenditoriale siciliano, a partire dai fondi per il credito agevolato di Crias e Ircac sfilati alle imprese per salvare gli stipendi dei forestali. Non solo: Cna, Claai, Casartigiani, Confindustria, Confartigianato, Confcooperative, Legacoop, Ance e dei Confidi chiedono anche lo sblocco del pagamento dei crediti vantati dalle imprese per lavori e servizi già forniti ad amministrazioni ed enti locali e il pagamento dei contributi previsti da leggi regionali non ancora erogati.
E se da tempo le associazioni di categoria – in questo in sintonia con i sindacati – lamentano una scarsa interlocuzione col governo, per un motivo o per un altro inafferrabile, anche oggi non è stata l’occasione buona per un dialogo con la giunta regionale. Ai rappresentanti delle imprese, infatti, non è stato possibile parlare con l’assessore all’Economia Alessandro Baccei, che si trovava fuori Palermo. A riceverli è stato il dirigente generale Giovanni Bologna, al quale gli imprenditori hanno proposto il loro cahiers de doléances. Dopo la protesta in via Notarbartolo, i rappresentanti delle associazioni di categoria sono stati ricevuti dal vicepresidente della commissione Attività produttive Nino Germanà.
“Abbiamo rappresentato la situazione in cui versano le imprese siciliane, spiegando come il credito agevolato in Sicilia non esiste più, proprio in un momento di grande difficoltà di liquidità per le imprese – spiega il direttore di Confindustria Sicilia Giovanni Catalano -. Oggi in Sicilia le imprese sono diventate l’anello debole”.
Una mezza buona notizia per gli artigiani c’è. “Il commissario della Crias, presente all’incontro, ci ha detto che il prelievo sul fondo della Crias si limiterà alle somme dell’agricoltura senza intaccare quelli dell’artigianato”, riferisce il segretario della Cna Mario Filippello. “Ma si tratta di un rallentamento del prelievo, serve un’ulteriore manovra che ricostituisce il fondo”. Le associazioni inoltre hanno ricevuto rassicurazioni sui 36 milioni di contributi per abbattimento di interesse erogati con la garanzia dei consorzi fidi: arriveranno a febbraio.
Filippello però stigmatizza l’assenza di dialogo con il governo: “L’assessore Baccei deve rendersi conto che la Sicilia è una regione con 5 milioni di abitanti e problemi drammatici e i problemi vano affrontati con le parti sociali e non con tecniche ragioneristiche. Non è un commissario liquidatore”.
Grande attenzione da parte delle associazioni di categoria, anche al tema delle risorse comunitarie, dalle quali gli imprenditori sperano possa arrivare una spinta per quella ripresa che tarda ad arrivare nell’isola. “Le imprese siciliane – dice Giuseppe Cascone, presidente regionale Cna – hanno la necessità di sedersi attorno ad un tavolo con il governo e tracciare, insieme, le linee guida della programmazione comunitaria 2014/2020. Servono misure capaci di incidere concretamente sul terreno produttivo siciliano, non possiamo perdere questa ennesima occasione”.
“Da oltre un anno – dice Filippo Ribisi, coordinatore del Tavolo regionale per la crescita e lo sviluppo composto da tredici associazioni datoriali – tutte insieme le associazioni di categoria chiedono di intervenire su questioni di vitale importanza per le imprese siciliane, ma al momento abbiamo ricevuto solo promesse non mantenute. Mese dopo mese – conclude Ribisi – assistiamo ad una moria di piccole e medie aziende senza che la politica faccia nulla”.
“Per gli artigiani non esiste più alcuna forma di aiuto – commenta il presidente di Confartigianato Palermo, Nunzio Reina -, l’unica sulla quale si poteva contare era la Crias, ma adesso anche quest’ultima li ha abbandonati. Dove vogliamo arrivare? L’alternativa è quella di fare chiudere i battenti a tutti coloro che, con coraggio, portano avanti un’attività? Destinare ad altro uso questi fondi è stato l’ennesimo schiaffo a chi cerca di sopravvivere”.