Erano sfuggiti alla cattura, alla rete che si era stretta intorno ai mafiosi di nuova generazione con l’operazione “Perseo”. La latitanza è stata breve. Sandro Capizzi e il suo braccio destro, Salvatore Freschi, sono stati trovati in una villetta nel quartiere periferico di Falsomiele, a Palermo. Per la polizia si trattava solo di una tappa di passaggio per organizzare la latitanza. Erano loro che avrebbero messo su un vasto traffico di droga dal Sud America fino in Sicilia. Salvatore Freschi era infatto partito alla volta del Brasile, dove si trovava suo fratello Antonino, per ‘importare’ 100 chili di cocaina grezza da raffinare in una villa di Casteldaccia di proprietà dello stesso Antonino Freschi.
Ma l’affare non è mai andato in porto. “Nino tiene molto problema qua” è quanto Jucimara Cristiane Ribeiro, la fidanzata brasiliana di Antonino Freschi, dice al telefono al fratello Salvatore il 20 dicembre 2007. Qualche ora dopo è lo stesso Antonino a chiamare il fratello. “Lo hai capito che mi è successo? (…) ti raccomando la mia famiglia, solo questo ti dico!“. Il fratello, preoccupato: “Ma cosa grave?“. “Salvo – risponde l’altro – non lo so, mi trovavo in un posto e hanno trovato cose…armi…cose… e io non c’entro niente”.”Che devo fare io, dico… devo salire?” chiede Salvatore Freschi. Ma il fratello, placido: “No se chissà ho bisogno te lo faccio sapere (…) sicuramente ho bisogno di piccioli, perché può essere… eee… eee… e vedi… mandaci qualche cosa …inc… là, glieli metti nella posta, fai finta che me li prendo per me… che mi …inc… pure a me perché io sono senza piccioli, i piccioli me li hanno sequestrati! Eee… le ricette! Mi hai capito?“. Salvatore chiede un numero di telefono di contatto e scopre che il fratello non si trova più in Brasile: “è del Paraguay… si, si… chissà domanda a qualcuno, ciao, ciao“.
Salvatore Freschi era il braccio destro di Sandro Capizzi, diretta emanazione del padre Benedetto che si trovava in carcere, svolgendo un ruolo fondamentale nella nuova Cosa nostra.