PALERMO – L’accordo è sempre più lontano. Tra governo e sindacati la frattura cresce ogni giorno di più. Il terreno di scontro resta sempre lo stesso: le posizioni dei dipendenti regionali ed il piano di prepensionamenti così come previsti dal governo in Finanziaria.
Il nuovo strappo si è consumato questa mattina durante l’incontro in Commissione Affari Istituzionali. Audizione che, secondo la Fp Cgil, è servita soltanto a svelare “l’esistenza di due parti in commedia che dopo cinque riunioni con il commissario dell’Aran incentrate solo sulle pensioni, non hanno portato ad alcun accordo sulle norme relative al pubblico impiego inserite in finanziaria. L’assessore Leotta – continua la nota della Cgil – ha presentato l’emendamento del governo sulle pensioni che sconfessa persino quanto era stato paventato dal commissario dell’Aran su una possibile finestra aperta sui pensionamenti sine die: in realtà come era presumibile immaginare, la finestra rimane aperta solo fino al 2020 per tutti i dipendenti che raggiungono i requisiti previsti (40 anni di contributi o in alternativa 35 anni di contributi ed almeno 61 anni e 7 mesi di età) e che devono presentare domanda entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Al personale assunto prima del 1986 che accede al pensionamento anticipato – spiega il sindacato – vengono applicate delle penalizzazioni progressive in ragione della categoria di appartenenza, dal 4% per la categoria A fino al 12% per la dirigenza ed il calcolo sulla parte retributiva verrà fatto tenendo conto della media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni. Con queste previsioni il governo regionale conferma la volontà sostanziale di intaccare i diritti maturati nascondendo l’operazione con una formulazione motivata da una sorta di contributo di solidarietà. Il resto della manovra rimane pressoché inalterato eccetto che per i numeri della dotazione organica della dirigenza che tornano a quota 1.736, mentre i numeri del comparto rimangono fermi a quota 13.551: con queste previsioni forse si evita la dichiarazione di esubero per i dirigenti, ma – si chiede la Fp Cgil – quali garanzie ci sono per i circa 600 precari che la Regione deve stabilizzare entro l’anno prossimo?
Anche per il Corpo Forestale viene confermata la norma che taglia a una parte consistente del personale l’indennità pensionabile; e così per le altre norme che incidono sui diritti contrattuali e sul blocco dei contratti così come sulle modifiche agli assetti organizzativi. Insomma – conclude – ci sono tutte le condizioni perché le organizzazioni sindacali riprendano tutte insieme la mobilitazione a difesa dei lavoratori del servizio pubblico siciliano. Sempre che il governo non decida di ascoltare il suggerimento di Cracolici e riprenda in mano la trattativa per trovare un accordo”.
La situazione, insomma, resta delicata. Ma paradossalmente le posizioni dei sindacati, nei giorni scorsi molto lontane, si sono avvicinate. Se i Cobas Codir e la Cisl Fp intendono verificare fino all’ultimo il rispetto da parte del governo degli impegni presi con la firma del protocollo di intesa, certamente gli ultimi sviluppi non stanno convincendo nemmeno le sigle inizialmente più disponibili al dialogo. “Il comportamento di oggi dell’assessore Leotta, che ha presentato in prima commissione emendamenti che non ricalcano gli orientamenti espressi in questi giorni all’Aran – attacca il segretario di categoria della Cisl Fp Paolo Montera – dimostra una incoerenza evidente del governo. Una dicotomia tra quanto assicurato col protocollo e gli atti messi in campo dalla giunta. Quella di oggi – insiste – è stata una brutta parentesi che certamente non facilita il dialogo. Un esempio di politica con la ‘p’ minuscola. Adesso – conclude Montera – attendiamo che il presidente Crocetta metta il sigillo su questa operazione, nel bene o nel male. A quel punto prenderemo le nostre decisioni”.
Prova a stemperare gli animi il presidente della Commissione, Antonello Cracolici, che invita tutti alla calma. “Occorrerà coniugare due obiettivi: rispettare, da un lato, chi aspetta di andare in pensione con i requisiti “pre Fornero”, e dall’altro non trascurare esigenze di risparmio”. Cracolici che intanto annuncia un nuovo incontro per lunedì, nel quale auspica si possano mediare le varie anime e presentare un unico emendamento sul punto alla Finanziaria. Ma adesso, governo e regionali sono sempre più lontani.